La spagnola, il virus che cento anni fa devastò il mondo

Tra il 1918 e il 1920 il mondo venne sconvolto da un virus. Mortalità a parte, la somiglianza tra la pandemia di spagnola e quella di Covid-19 è straordinaria. Si trattava infatti di un’influenza con altissima mortalità, che si diffuse in tutto il mondo e causò presumibilmente cinquanta milioni di morti.

Donne con la mascherina per contrastare l'influenza spagnola.
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Un anno fa si iniziavano a sentire notizie di uno strano virus che si stava diffondendo in Cina: il Coronavirus. Il mondo cominciò ad allarmarsi, e di lì a poco il Covid-19 lo infettò per intero. Oggi siamo abituati a vivere nel bel mezzo di questa pandemia, con la speranza di uscirne al più presto, grazie ai vaccini e alle cure. Per tutti noi è stato un evento inedito e sconvolgente, ma di pandemie il nostro pianeta ne ha vissute, purtroppo, tantissime, e una di queste aveva appena finito di devastare il mondo esattamente cento anni fa: l’influenza spagnola.

Nel novembre del 1918 l’umanità stava per uscire da un incubo, quello della Prima Guerra Mondiale. Eppure non si ebbe nemmeno il tempo di festeggiare che ci si trovò catapultati in un altro incubo, quasi peggiore del precedente. Fu un’altra guerra, ma stavolta contro un nemico invisibile: un virus

Fin da subito la malattia portata da questo virus (l’H1N1) venne chiamata “influenza spagnola”. I sintomi infatti erano simili a quelli dell’influenza: raffreddore, mal di testa, dolori alle articolazioni e senso di spossatezza. L’appellativo “spagnola” derivava dal fatto che si riteneva che la pandemia avesse avuto origine in Spagna, sia poiché i mezzi di informazione spagnoli furono i primi a parlarne, non essendo sottoposti a censura vista la non belligeranza dello Stato Iberico nella Grande Guerra, sia perché il primo contagio su larga scala avvenne a Madrid. In realtà, il primo caso accertato fu segnalato in un campo di addestramento per soldati negli Stati Uniti (nonostante sembri che la pandemia abbia avuto origine in Asia Orientale, tra il Nord della Cina e la Mongolia). 

La vita nelle trincee facilitava il contagio, viste le terribili condizioni igieniche

Da questo campo di addestramento, all’inizio del 1918, partirono alla volta dell’Europa soldati americani per combattere nella Prima Guerra Mondiale. In quel momento in Europa stavano combattendo soldati provenienti da tutto il mondo, molti dei quali finirono per infettarsi. Quando, finito il conflitto, questi tornarono nei loro Paesi, portarono con sé la spagnola, contribuendo a diffonderla in tutto il pianeta.

Questa influenza era ben diversa dalle altre già circolanti: il contagio era infatti altissimo (vennero registrati cinquecento milioni di casi su scala globale su una popolazione di due miliardi) e, soprattutto, la mortalità era spaventosa: un contagiato su dieci moriva (per fare un confronto, tra i positivi al Covid-19 decede circa una persona su mille). Le vittime furono presumibilmente intorno ai cinquanta milioni, cinque volte tanto quelle causate dalla Grande Guerra. Inoltre le cattive condizioni igieniche dell’epoca davano manforte al propagarsi del contagio.

Questo altissimo numero di morti rende la pandemia di spagnola la più drammatica della Storia: le altre grandi pandemie infatti, come la Peste di Giustiniano del VI secolo o la Morte Nera del XIV secolo, uccisero una percentuale maggiore di contagiati, ma essendoci una popolazione minore nel mondo in quei periodi storici il numero di vittime fu inferiore a quello della spagnola. 

Ma come faceva allora la gente a difendersi? Esattamente come facciamo noi oggi: venivano indossate mascherine, si cercava di mantenere il distanziamento con gli altri e si evitavano feste con troppa gente (per esempio venne consigliato di festeggiare il Natale del 1918 in famiglia, senza far visite a parenti e amici, esattamente come in questo Natale del 2020). 

Influenza spagnola in un campo militare degli Stati Uniti

Nel 1920 ci si rese conto che non c’era più così tanta gente che moriva per questa influenza, e gradualmente si iniziò ad abbandonare l’uso delle mascherine e si riprese a riunirsi anche in grandi gruppi: la pandemia era finita. La spagnola infatti non avrebbe fatto più vittime. Che fine fece il virus? Tutt’oggi è ancora un mistero. Recenti studi affermano che esso non scomparve mai, ma mutò in una forma più debole che non causava la morte, ma una semplice influenza. Il virus della spagnola quindi potrebbe ancora essere tra noi, perché si tratterebbe di uno dei diversi virus influenzali che ogni anno si ripresentano tra l’autunno e l’inverno. 

Non disperiamo, dunque, se a volte può sembrarci che del Coronavirus non ci libereremo mai: l’umanità di pandemie ne ha viste tantissime e spesso ben più mortali del Covid-19; eppure, in un modo o nell’altro, ne venne sempre fuori, pronta a ricominciare da zero per ricostruire il mondo. Questa dovrà essere anche la nostra missione.

Video risalente a marzo con testimonianze della pandemia di spagnola

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