Un nuovo studio ha scoperto tracce di DNA umano sulle opere di Leonardo da Vinci, e così facendo saremo, forse, in grado di scoprire la vera identità di questo famoso pittore, artista, scienziato, chimico o quello che potremmo definire un rivoluzionario. C’è vita nei disegni di Leonardo! Analizzando alcuni disegni del genio del Rinascimento, i ricercatori hanno rivelato un mondo microscopico di batteri e funghi, condito di DNA umano. Questi “microbiomi” raccontano aspetti e vicissitudini invisibili delle opere d’arte e costituiscono una sorta di impronte digitali uniche e specifiche.

Prima di analizzare la nuova straordinaria scoperta, bisogna però analizzare la figura dell’artista. Chi era veramente Leonardo da Vinci? Perché scoprirne il volto rappresenterebbe un’innovazione senza eguali?
Leonardo Da Vinci
Leonardo da Vinci nacque il 15 aprile 1452 a Firenze e morì il 2 maggio 1519 presso Amboise. Fu il figlio illegittimo del notaio ser Piero, di Vinci. Dal 1469 si stabilì a Firenze, dove nel 1472 era già iscritto alla Compagnia dei Pittori. Indipendente dal 1478, nel 1482-83 era a Milano alla corte di Ludovico il Moro, inviatovi, secondo alcune fonti, in qualità di musico da Lorenzo il Magnifico; si dichiarava, infatti, capace di inventare e costruire congegni bellici, di progettare opere di architettura, di fondere in bronzo e scolpire, di dipingere. A Milano egli svolse intensa attività di pittore, lavorò a un monumento per Francesco Sforza, allestì apparati per feste e fu scenografo, ingegnere militare, consultato per problemi di architettura. Questo periodo fu il più fecondo di opere compiutamente realizzate e di altre riprese in seguito. In particolare, poté approfondire i proprî studî scientifici e intraprenderne di nuovi. Nell’aprile del 1500 lasciò Venezia, dove aveva compiuto studi per apprestamenti difensivi, andò a Firenze. A questo periodo appartengono gli originalissimi contributi di Leonardo alla cartografia, al rilievo e alla descrizione dei luoghi. Incomincia a studiare il volo degli uccelli e le leggi dell’idrologia. Amareggiato per l’esito infelice del grande dipinto murale della Battaglia d’Anghiari, per la frustrazione dei suoi progetti di ingegnere, per l’incomprensione degli artisti e dei mecenati fiorentini verso il suo travaglio di ricercatore, nel 1505 è di nuovo a Milano, protetto di Luigi XII. Nel 1513 fu chiamato a Roma da Giuliano de’ Medici.

Ma a Roma si vide escluso dalle grandi opere del tempo, tra cui i progetti per S.Pietro e la decorazione del Vaticano e, inoltre, fu ostacolato nelle sue ricerche di anatomia, continuò a occuparsi di studî matematici e scientifici. Impressionanti testimonianze di quest’ultimo periodo sono i disegni in cui è immaginata la fine del mondo, evento fantastico in cui operano con logica coerenza e con terribile bellezza le forze della natura indagate da Leonardo. Il 29 aprile 1519 fece testamento; morì tre giorni dopo.
Gran parte degli scritti di Leonardo è scomparsa; quanto rimane è costituito da annotazioni non sistematiche, spesso riunite dall’autore senza nesso logico, anche se lui aveva dichiarato di voler dare una disposizione ordinata delle sue teorie.
L’opera artistica

L’arte di Leonardo si manifesta sin dai suoi inizî come cosciente rielaborazione della tradizione quattrocentesca e insieme in opposizione a essa, in uno sforzo che a prima vista sembrerebbe quello di infondere vita alle immagini, immettere aria nelle rappresentazioni, ma che, a un esame più approfondito, si dimostra come quello di rendere nell’arte lo spirito cosmico dell’universo, anzi di ritrovare per essa le “regole” della multiforme natura, in una continua tensione che mira a provare quale sia la “potenza” dell’arte. Per lui si tratta di “comprendere ogni forma secondo l’apparenza e la sua causa interna. Nella raccolta postuma di appunti di Leonardo, che va sotto il nome di Trattato della pittura e in altri scritti, si ritrovano efficaci testimonianze del suo pensiero estetico.

Sostenne la superiorità della pittura sulla scultura, appunto in nome delle straordinarie possibilità evocatrici, simili a quelle della poesia, che egli riconosceva alla prima. Eccezionale per il suo tempo è il peso che nel corpus complessivo delle opere hanno i disegni, intesi non più, come voleva la tradizione, come opere in sé, apprezzabili per l’eleganza del delineare, ma come tracce di idee e di problemi inseguiti in maniera persino ossessiva, e quindi pieni di pentimenti, seppure, molte volte, carichi di una capacità espressiva prima intentata. Una delle grandi opera pittoriche del periodo milanese è il Cenacolo nel refettorio di S. Maria delle Grazie, purtroppo giunto a noi in stato alterato dalle molteplici trasformazioni, a causa di interventi di consolidamento del colore, poiché era stato dipinto da Leonardo non a buon fresco ma a tempera. La seconda celebre tela che eseguì Leonardo è il ritratto che va sotto il nome di Gioconda (la scoperta di un documento del 1525 permette di stabilire che si tratta del ritratto di Monna Lisa del Giocondo, come scritto da Giorgio Vasari). Al celebre vago sorriso s’accorda il velato paese, che dell’immagine è il commento ed eco nella mutabilità delle ombre, nelle brume che ci sottraggono le linee dei contorni; il paesaggio affonda di grado in grado in un tenebrore azzurrognolo di acque e cielo.

L’opera scientifica
Nella natura Leonardo scorge pitagoricamente una trama di rapporti razionali ragioni, esattamente calcolabili e misurabili, che può essere colta dall’uomo per mezzo dell’esperienza e della ragione: l’esperienza, cui Leonardo dà grande rilievo, soprattutto nella sua concreta attività di meccanico e di scienziato, apre la via a una conoscenza diretta della natura, libera dall’autorità della tradizione. Si può dire che la scoperta di Leonardo come scienziato è avvenimento relativamente recente. Si dedicò con grande fervore anche a studi di anatomia e fisiologia, materie che egli considerava indissolubilmente connesse, proteso com’era a stabilire di ogni organo “l’uso, l’uffizio e il giovamento“. Un esempio è sicuramente dato dall’uomo vitruviano. L’aritmetica e la geometria, che trattano con “somma verità della quantità discontinua e della continua”, sono per Leonardo fondamento di tutte le scienze naturali, in particolare della meccanica, “paradiso delle scienze matematiche”. Non si occupò in modo particolare di astronomia, ma le poche osservazioni che ha lasciato ne mostrano anche in questo campo l’acutezza profonda delle intuizioni. Le conoscenze botaniche di Leonardo furono certamente notevoli, con osservazioni che vanno al di là dell’interesse iconografico.

Oltre a riaffermare l’origine organica dei fossili, Leonardo indagò, in ambito geologico, acutamente i processi di sedimentazione e di erosione e formulò le leggi delle acque correnti, dedusse il continuo mutare nel tempo dei limiti fra terra e mare, dimostrò infine la sufficienza delle cause attuali per spiegare i fenomeni geologici avvenuti in passato. I suoi lavori di ingegneria idraulica portarono a occuparsi del moto dell’acqua. Oltre a intuire alcuni principî fondamentali dell’idrostatica, stabilì per il moto delle acque correnti il principio della portata costante. I suoi studi sul volo degli uccelli e sul “volo strumentale” lo portarono a investigare le leggi dell’aerodinamica: egli osservò la compressibilità e il peso dell’aria e intuì l’importanza di questi elementi ai fini del volo. La meccanica può ben considerarsi la scienza prediletta , alla quale può dirsi che egli abbia portato il maggiore contributo di originalità e infine si occupò di ottica seguendo generalmente le idee aristoteliche o quelle degli Arabi, accetta la teoria delle specie emanate dai corpi luminosi. In ambito zoologico, prospettò con chiarezza le affinità morfologiche e funzionali che corrono fra l’uomo “prima bestia infra gli animali” e varie specie di Mammiferi, specialmente le scimmie, Carnivori, Artiodattili e Perissodattili.
Le recenti scoperte

C’è stata una nuova analisi rivoluzionaria sulle opere di Leonardo da Vinci: uno studio scientifico recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Frontiers in Microbiology’ apre alla possibilità, in futuro, di distinguere il Dna umano di coloro che, nel corso di questi secoli, hanno maneggiato le opere dell’artista, oltre che il suo stesso aspetto nel celebre Autoritratto di Leonardo. Per esempio, si potrebbe isolare il DNA di Carlo Alberto, di un dirigente della Biblioteca Reale di Torino o addirittura dello stesso Leonardo da Vinci (autore dell’opera datata 1515). Ci sono diversi dipinti attualmente esaminati, cinque dei quali sono conservati nella Biblioteca Reale di Torino: il celebre Autoritratto appunto, Nudi per la battaglia di Anghiari, Studi delle gambe anteriori di un cavallo, Studi di insetti e Studi di gambe virili/Figura presso il fuoco; due sono invece ospitati presso la Biblioteca dell’Accademia nazionale dei lincei: l’Uomo della Bitta e Studio di panneggio per una figura inginocchiata.

Un obiettivo è infatti quello di verificare se le impronte digitali eventualmente rimaste sulle sue opere possano produrre un Dna da confrontare poi con quello estratto dai resti del genio italiano. Per la missione Leonardo Project sono scesi in campo big della scienza – antropologi, storici dell’arte, genealogisti, microbiologi, genetisti – da Europa, Usa, Canada. Ci sono anche gli specialisti del J. Craig Venter Institute, pionieri del sequenziamento del genoma umano.
Una questione cruciale, spiegano gli esperti in un numero speciale della rivista internazionale Human Evolution, è proprio verificare se queste tracce siano rimaste, oppure se le misure di ripristino e il passare del tempo abbiano cancellato tutte le prove. In preparazione di tale analisi, scienziati del J. Craig Venter Institute e dell’Università di Firenze stanno già esaminando dipinti di proprietà privata, di età paragonabile, per sviluppare e calibrare tecniche per l‘estrazione del Dna e per la sua analisi.

Le indagini della task force internazionale sono molto ampie e hanno portato, per esempio, gli esperti a passare ai raggi x il pavimento di un’antica chiesa italiana, in cerca dell’esatta localizzazione della tomba del padre di Leonardo e di altri parenti. Recentemente, invece, è stata raggiunta la meta di rintracciare 35 discendenti ancora in vita del maestro. Con le necessarie autorizzazioni, il progetto potrà mettere a confronto il Dna dei parenti, passati e presenti, con i resti fisici – capelli, ossa, impronte digitali e cellule della pelle.
Durante il vertice che si è tenuto di recente a Firenze, i ricercatori hanno anche descritto lo sforzo pionieristico per analizzare il microbioma di un dipinto vecchio di cinque secoli. Oltre alle tracce di Dna umano, sulle opere sono stati rinvenuti batteri, funghi e deiezioni di insetti (in particolare mosche). Questa ultima scoperta dimostrerebbe che, in questi secoli, i disegni sono rimasti esposti all’aria.

Ma non è tutto: dal materiale biologico rinvenuto sulla superficie dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci non è risultato possibile estrarre il DNA di un fungo particolare, osservato con metodi di microscopia. Flavia Pinzari, ricercatrice dell’Istituto per i Sistemi Biologici del Cnr di Roma, che ha condotto le ricerche, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate da La Stampa: “Sembra quasi sia stato cancellato. Ciò potrebbe essere spiegato col fatto che, alcuni decenni fa, possa essere stato verosimilmente trattato con un gas disinfettante, l’ossido di etilene, che distrugge il codice genetico”.

Il metodo di analisi utilizzato dagli scienziati è in grado di portare alla luce storie ancora ignote delle opere d’arte che altrimenti resterebbero inaccessibili, svelate dalle tracce biologiche e dalle microscopiche comunità di batteri e funghi. Si potrebbe così creare, ad esempio, un bio-archivio delle opere, utile per la loro conservazione, per effettuare confronti e per smascherare le contraffazioni, le falsità o le copie.
Se il Dna e altre analisi porteranno a un’identificazione definitiva, tecniche convenzionali e computerizzate potrebbero ricostruire il volto di Leonardo dai modelli del cranio. Oltre all’aspetto fisico, le informazioni che si ricaverebbero potrebbero fornire indizi anche sulla dieta, lo stato di salute, le abitudini personali.