Tempo di lettura articolo: 4 minuti

Nell’ultimo anno, in seguito alla pandemia da Sars-coV2, il tema dei vaccini è sempre più ricorrente nelle notizie che quotidianamente vengono diffuse dai giornali e dai notiziari televisivi.

Ciò che fino a qualche mese fa era solo una chimera, oggi è diventata realtà.

Il mondo, grazie alla scoperta di un vaccino efficace in tempi rapidi, inizia ad intravedere una luce in fondo a questo ombroso tunnel, in cui tutto il pianeta è precipitato da ormai un anno.

Quando ci ammaliamo, il nostro corpo si dà da fare per produrre gli anticorpi specifici che ci permettono di guarire. Il nostro organismo non si dimentica l’incontro con il morbo, ma conserva il ricordo della prima battaglia e, se l’agente patogeno dovesse ripresentarsi, il sistema immunitario sarà più rapido a produrre gli anticorpi e a reagire contro l’infezione, rendendoci immuni alla determinata malattia.

Già nel 430 a.C., durante l’epidemia da “peste di Atene”, lo storico ateniese Tucidide si accorse che il “male” non colpiva mai due volte la stessa persona e se per caso ciò accadeva non era fatale:

La “peste di Atene” nel 430 a.C. (immagine tratta da Studia Rapido)

“[…] coloro che si erano salvati dall’epidemia […] per se stessi non avevano più nulla da temere: il contagio infatti non colpiva mai due volte la stessa persona, almeno non in forma così forte da risultare mortale”

Questa fu la prima descrizione indiretta del principio su cui si basano le vaccinazioni.

In quanti, però, sanno chi è stato l’inventore del primo vaccino e che malattia ha dovuto sconfiggere?

Nel ‘700 un terribile virus imperversava in tutto il mondo, causando milioni di vittime, solo in Europa si registrarono 400.000 decessi l’anno. Questo morbo devastante era il vaiolo.

il virus del vaiolo

Il termine “vaiolo” deriva dal latino “varius” che significa “chiazzato, vario” infatti, uno dei sintomi principali era la comparsa di pustole infette in tutto il corpo. Altre manifestazioni della malattia erano: febbre, mal di testa, malessere generale, nausea e dolori muscolari.

Le varianti della patologia erano quattro:

  • vaiolo ordinario, con un tasso di mortalità del 30%
  • vaiolo modificato, raramente fatale
  • vaiolo maligno, con un tasso di mortalità del 90%
  • vaiolo emorragico, con un tasso di mortalità del 100%
Edward Jenner

Mentre il mondo era attanagliato e oppresso da questo morbo, un medico di campagna, l’inglese Edward Jenner diede all’umanità una speranza.

Egli infatti aveva notato che i contadini che lavoravano a contatto con le vacche ammalate di vaiolo vaccino, contraevano una forma più lieve di malattia e non si contagiavano della variante umana, il cui decorso era molto più grave e spesso fatale.

Il 14 maggio del 1796, Jenner prelevò del pus dalle pustole di una contadina chiamata Sarah Nelmes, affetta da vaiolo bovino, e lo inoculò a James Phipps, il figlio di otto anni del suo giardiniere. Pochi giorni dopo, il bambino contrasse la forma leggera di vaiolo bovino ma si riprese in fretta.

Successivamente iniettò al piccolo del pus di vaiolo umano. Come aveva brillantemente intuito, egli non si ammalò.

Venne così creato il primo vaccino, termine che deriva dal latino “vacca”, che ci ricorda l’origine di questa importante scoperta.

immagine tratta da BioPills

Queste le parole con cui nella sua relazione “Ricerca sulle cause e gli effetti del vaiolo vaccino”, pubblicata nel 1798, Jenner descrive le sperimentazioni effettuate: «Sarah Nelmes, mungitrice in una fattoria di questa zona, venne attaccata dal Cow-pox delle vacche del suo padrone nel maggio del 1796. Ricevette l’infezione in una parte della mano che era stata leggermente lesa in precedenza dal graffio di una spina. Una larga pustola ulcerosa e gli usuali sintomi accompagnarono come di solito la malattia. […] Al fine di osservar con maggiore accuratezza il progresso del contagio, scelsi un ragazzino ben robusto, di otto anni circa, con l’intenzione di innestargli il Cow-pox: La materia venne presa dalla piaga sulla mano di una mungitrice (Sarah Nelmes) […]. Tale materia venne inserita, il 14 maggio del 1796, nel braccio del ragazzo per mezzo di due superficiali incisioni che scalfirono appena le dita, della lunghezza di circa mezzo pollice ciascuna. Al settimo giorno il ragazzo lamentò dolori all’ascella e al nono soffrì di brividi di freddo ed ebbe un leggero mal di testa. Per tutto l’intero giorno egli fu visibilmente malato e passò una notte abbastanza inquieta, ma il giorno seguente stava perfettamente bene

James Phipps fu la prima persona al mondo ad essere vaccinata.

Dopo poco tempo in Europa vennero “vaccinate” più di 100.000 persone. Nel 1805 la vaccinazione contro il vaiolo venne imposta da Napoleone a tutte le sue truppe e l’anno seguente fu estesa a tutta la popolazione francese.

Jenner garantì un futuro in cui il mondo non avrebbe più dovuto imbattersi in questa atroce malattia. Ciò avvenne nel dicembre del 1970, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) annunciò finalmente l’eradicazione completa del vaiolo.

E’ grazie al genio di Edward Jenner che l’uomo ha una potente arma per sconfiggere malattie terribili, potenzialmente capaci di sterminare l’umanità: i vaccini.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here