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E’ risaputo quanto gli antichi greci e latini abbiano influenzato la nostra cultura, arricchendola e regalandoci lezioni di vita valide per ogni epoca. Tra questi maestri del passato c’è sicuramente anche Archiloco, un poeta greco del 7 sec a.C, che nei suoi componimenti mostrò ai suoi contemporanei ed ai posteri che la vita non solo è imprevedibile ed in continuo cambiamento, ma è anche altrettanto delicata e importante, più di ogni altra cosa.  

Frammento di Archiloco “l’eclissi”

All’interno di uno dei frammenti di Archiloco, “l’eclissi”, il poeta ci pone davanti ad un evento di natura scientifica (l’eclissi, appunto). Sappiamo che tale fenomeno, specialmente nell’antichità, suscitava tradizionalmente terrore, a causa della sua apparente inspiegabilità. Anche ai giorni nostri l’eclissi appare uno spettacolo interessante, curioso e che certamente ci colpisce; oggi ne conosciamo le cause, che per noi non sono più un mistero, mentre dobbiamo pensare che, nel 7 sec a.C, il pensiero scientifico non aveva ancora mosso i suoi primi passi, dal momento che si sviluppò solo contestualmente alla filosofia; proprio dall’indagine sulla natura nacque quindi la riflessione sul senso della vita dell’uomo. 

Cosa destava però il terrore negli uomini del passato? Il fenomeno dell’eclissi incuteva paura perchè non inquadrabile nel tradizionale ordine delle cose: improvvisamente il buio sopraggiungeva in un momento in cui non ci doveva essere, il giorno diventava notte, ed è evidente che un simile evento doveva essere percepito come ingiustificabile dalluomo e perciò lo intimoriva, inducendolo a collegarlo a una disgrazia o a una punizione degli dèi.

Davanti a tutto questo Archiloco, invece di farsi prendere dal panico, dimostra la sua capacità di riflettere e di dare il giusto peso alle cose; una visione più misurata dell’eclissi lo porta a meditare sulla fragilità dell’esistenza e sulla precarietà della vita, che deve essere data tutt’altro che per scontata.

Archiloco si dimostra un attento osservatore della realtà, di cui si fa interprete permettendoci di guardare alle cose con più lucidità; il poeta supera la paura comune per l’eclissi e arriva a dire che nella vita non c’è un limite a quello che può spaventare oppure a quello che può sembrare strano ed inatteso.

Ritengo che il poeta greco abbia perfettamente ragione: c’è sempre qualcosa nella vita che può coglierci di sorpresa ed allora si deve imparare ad “accettare”; l’animo umano, di fronte a ciò che non conosce, suole porsi sulla difensiva, ma Archiloco sa ribaltare questa visione, pensando in positivo, poiché non è possibile giungere a prevedere tutto, e ciò vale tanto più per le cose negative, anche perché il poeta afferma 

“Da quel giorno (dell’eclissi) tutto c’è da aspettarsi e tutto c’è da credersi per gli uomini. 

Fra di voi dunque non stupisca vedendo ciò che si vede”. 

D’altronde non dobbiamo porre limiti a quello che può capitare, ma nemmeno alla speranza, dal momento che, anche ciò che per noi rappresenta una costante, come il sorgere e il tramontare del Sole, non deve essere mai dato per scontato; infatti, il fatto che questo se ne possa andare anche di giorno testimonia con evidenza che non tutto si può controllare e qualunque cosa può capitare.

Archiloco ci invita ad essere aperti ad ogni evenienza e a non avere preconcetti nei confronti di nulla; soprattutto, ci esorta a non pensare che possa esistere qualcosa di immutabile nel corso dell’esistenza, nella consapevolezza che tutto cambia attorno e dentro di noi, in positivo o in negativo.

Oltre la paura collettiva

Quindi, possiamo dire che il poeta greco va oltre la paura collettiva, poiché è da quel momento che tutto diventa credibile e capisce che non c’è niente di definitivo ed immobile.

Trovo la visione di Archiloco molto moderna, particolarmente adatta per un periodo come quello che stiamo oggi vivendo: chi soltanto un anno fa avrebbe infatti immaginato che saremmo finiti in questa situazione di pandemia mondiale a causa del Covid? 

Non intendo sostenere che il pianificare i propri progetti, sogni e desideri rappresenti un modo di pensare errato; bisogna però sempre tenere in considerazione anche il fatto che tutto potrebbe essere “gettato all’aria” da un momento all’altro, ma ciò non implica che le cose non potrebbero anche diventare migliori.

Nella sua esistenza quotidiana Archiloco fu un soldato mercenario; un uomo, quindi, che di fronte agli inconvenienti del reale doveva sempre saper utilizzare adeguatamente le risorse a sua disposizione e trovare una soluzione ai problemi, anche a costo di andare contro gli “ideali di eroicità” definiti dalla poesia omerica e propri del suo tempo. Infatti, in un suo componimento il poeta per salvare la vita si dirà anche disposto a gettar via lo scudo. Non per questo, tuttavia, può essere definito un anti-eroe; egli semplicemente comprende il fatto che l’esistenza è come un soffio e che la nostra vita può venir meno da un momento all’altro. E’ quindi inevitabile che il poeta prediliga la vita ad un oggetto materiale come lo scudo, mero simbolo.

Archiloco su ceramica

Archiloco sostiene che ricomprerà lo scudo in un secondo momento, dimostrandosi disponibile a rimettersi ancora in gioco e a continuare a combattere; non si arrende, non è vile, ma semplicemente comprende che la vita non si può comprare ed è meglio tenersela stretta.

Possiamo forse criticarlo per questa scelta, ben lontana da qualsiasi eroe protagonista dell’’Iliade? 

Certo che noperché ha compreso quanto la vita sia importante, come credo che tutti abbiamo avuto modo di constatare in questa drammatica situazione di difficoltà, in cui il Covid ci ha portato via persone care e, in qualche modo, ci ha fatto capire quanto la nostra esistenza sia precaria e sempre in bilico.

Non si tratta di essere positivi o catastrofici, ma di avere la consapevolezza che prima o poi tutto è destinato a finire.

Nonostante si tratti di un autore del 7 sec a.C, ritengo quindi che il suo sia un modo estremamente moderno di guardare all’esistenza come qualcosa di fragile, ma rilevante; il poeta ci offre utili indicazioni per rimanere un minimo sereni, anche di fronte alle avversità, ad eventi travolgenti e spesso inaspettati, come poteva essere appunto l’eclissi alla sua epoca, e come attualmente appare la pandemia Covid-19 alla nostra. 

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Vivo a Negrar, in provincia di Verona. Frequento il liceo classico alle Stimate e scegliendo questo indirizzo mi sono resa conto del vivo interesse e la curiosità che provo nei confronti delle materie umanistiche, trovo che siano a dir poco affascinanti ed inaspettatamente legate a quella che è la modernità. Le materie che prediligo sono filosofia, storia ed epica, tanto che nel tempo libero cerco di leggere più libri possibili in riferimento a queste discipline. Pratico pattinaggio sul ghiaccio e coloro che mi conoscono sanno la passione e l’impegno che impiego per questo sport, da cui indubbiamente ho ottenuto tante soddisfazioni. Riguardo al mio futuro, mi piacerebbe svolgere un lavoro che mi renda orgogliosa e che vada a premiare tutti gli sforzi fatti.

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