Earth hour, letteralmente “l’ora della Terra”, è una grande mobilitazione globale del WWF che parte da un gesto simbolico, cioè quello di spegnere le luci per un’ora. Questo unisce cittadini e istituzioni per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico.

L’Ora della Terra nasce nel 2007 in Australia dove questo progetto, nella sua prima edizione, ha coinvolto solo la città di Sidney.
Ma dopo questa prima manifestazione, il movimento ha avuto un grande successo e si è rapidamente diffuso in ogni parte del nostro Pianeta, lasciando al buio molti monumenti, ma non solo, anche piazze e strade per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici.
Come funziona quest’anno l’Earth hour?
A causa della pandemia di Coronavirus, che ha reso impossibili eventi pubblici, è stato possibile seguire lo spegnimento delle luci in diretta e così facendo partecipare all’evento.
Così il WWF ha chiesto di condividere quante più volte possibile un video “imperdibile” postato sui social network dell’associazione, in modo da attirare l’attenzione sulla causa ambientale ed ecologista.
Lo scorso 27 marzo, dalle 20:30 fino alle 21:30 per il fuso orario italiano, si sono spente le luci dei principali monumenti sia in Italia che nel mondo, mentre i cittadini hanno potuto spegnere le luci delle loro case e molti hanno condiviso sui social i loro video o foto per salvare la natura.
Inoltre nella notte del 28 marzo, dopo l’Earth Hour è cambiata l’ora infatti si è passati dall’ora solare a quella legale.
Il WWF ha dichiarato: «Anche quest’anno torna Earth Hour che coinvolgerà decine di milioni di persone in tutto il mondo… in questa edizione il WWF chiede a tutti di dare voce alla natura, di pretendere che si dia il giusto valore al nostro capitale naturale che è alla base della nostra salute, del nostro benessere, del nostro cibo, della nostra acqua, della nostra aria: in una parola della nostra vita. Difendere la biodiversità significa difendere il futuro dell’umanità e la qualità della nostra esistenza sul Pianeta. Allora tutti insieme ‘Speak up for nature’ (cioè il tema di questa edizione, letteralmente “parla per la natura”) con la consueta ora di buio che rappresenta la richiesta forte, decisa ed inequivocabile di un futuro diverso. Per tutti noi e per chi verrà dopo di noi».
L’Earth hour in Italia

In tutto sono stati 192 i Paesi nel mondo che hanno aderito all’Earth hour. In Italia sono stati invece 315 comuni che hanno tenuto spente le luci per un’ora. A Roma si sono spente le luci del Colosseo, del Palazzo Senatorio, della Basilica di San Pietro, del Palazzo del Quirinale, di Palazzo Madama, di Palazzo Montecitorio, e le luci del cortile interno di Palazzo Chigi, il quale ha tenuto sulla facciata il tricolore italiano, simbolo di unità, di responsabilità e di solidarietà.

Poi a Verona si è spenta l’Arena, a Firenze le luci di Palazzo Vecchio, Torre Arnolfo, Ponte Vecchio e Santa Maria del Fiore, a Bari le Lanterne del Lungomare N. Sauro, la Torre dell’Orologio, la facciata del Palazzo Istituzionale e infine a Caserta si è spenta la Reggia.

L’Earth Hour nel mondo

Mentre nelle altre città si sono spenti alcuni dei monumenti più iconici del mondo alle ore 20:30 (locali): a Beijing l’Olympic Bird’s Nest Stadium, a Kuala Lumpur le Petronas Towers, a Londra il London Eye, a Parigi la Torre Eiffel, a Tokyo lo Skytree, a Mosca il Cremlino, a Hong Kong il Victoria Harbour, a Berlino la Porta di Brandeburgo, a Antananarivo in Madagascar il Palazzo della regina Rova, a Nairobi l’UAP-Old Mutual Towers, a Sidney il Sidney Opera House, nello Stato di New York le Cascate del Niagara, a Taiwan il grattacielo Taipei 101 e infine sulla baia della futuristica città di Singapore i meravigliosi giardini.

Come tutti sappiamo un’ora senza luce artificiale non contribuisce in maniera significativa alla riduzione dei gas serra, ma è un gesto simbolico che vuole fare capire che bisogna prendere in seria considerazione l’impronta ecologica, cioè quell’indicatore che valuta il consumo di risorse naturali in rapporto alla capacità della Terra di rigenerarle.
E quindi siamo ancora in tempo per cambiare il nostro futuro e farlo diventare migliore.