Uma(no)idea, alle Stimate il progetto di intelligenza artificiale

Il Progetto Uma(no)idea della Scuola Alle Stimate di Verona porta tra gli studenti una proposta formativa interdisciplinare e all'avanguardia con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.

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Lettura dell’articolo a cura di Bianca Roman

«È finito il tempo in cui le discipline viaggiano in percorsi che non si incontrano mai: abbiamo bisogno di donne e uomini completi, che abbiano la ricchezza dei dati forniti da scienza e tecnologia, ma anche la capacità di trascenderli e di sviluppare una riflessione umana». Queste le parole di Umberto Fasol, Preside del liceo Alle Stimate di Verona, nel discorso tenuto durante la conferenza dello scorso martedì 18 maggio, per la presentazione del Progetto Uma(no)idea

Nata dalle menti degli insegnanti di scienze naturali, filosofia e informatica delle scuole Stimate, finanziata dalla Fondazione della Banca Popolare di Verona, l’innovativa proposta formativa è volta a tutti i licei della città, con lo scopo di inserire in futuro questo tema in tutti i programmi liceali. Il progetto è trasversale e pluridisciplinare, «un’avanguardia tecnologica che vantano pochi istituti in Italia», dichiara il direttore Padre Simone Piacentini

Uma(no)idea

L’umanoide ha un’idea, un pensiero? Questa è la tesi da dimostrare, e a farlo è un gruppo di studenti del triennio, il cui scopo è riflettere sul tema, affrontando sfide culturali, etiche ed esistenziali, e superando quindi l’aspetto puramente tecnologico. L’Intelligenza Artificiale è ormai parte integrante del nostro mondo, la tecnologia ci circonda e partecipa alla vita di tutti i giorni: ma è capire quanto queste aiutino o limitino l’umanità la vera sfida dei giovani di oggi. «Einstein diceva che la nostra società è quella che ha la massima conoscenza degli strumenti e la minima conoscenza dei fini. Vogliamo formare dei giovani che siano ingegneri ma anche filosofi, perché sappiano comprendere il senso di ciò che la tecnica offre e valutarne l’applicabilità, ma nel contempo filosofi che siano anche ingegneri», afferma il Preside delle Stimate.

I ragazzi partecipanti alla Nao Challenge

Il progetto è la sintesi di alcuni avviati negli scorsi anni: dopo l’inaugurazione del laboratorio di biologia molecolare con la macchina TCR e l’introduzione di lezioni pomeridiane di logica, il corso di robotica permette di completare la realizzazione di un’intelligenza artificiale. Uma(no)idea è diviso in tre moduli, affinché si possa raggiungere la completezza delle domande poste. 

I moduli del progetto

Robot umanoide protagonista della Challenge NAO

Con il modulo di informatica è stato possibile creare un robot, NAO, che risponde a stimoli esterni e riconosce viso e voce degli studenti impegnati nella sua programmazione. Il modulo di robotica è suddiviso in tre parti: la prima riguarda la spiegazione di piccoli processori, gli arduini, per conoscere le basi dell’intelligenza artificiale; poi la programmazione dell’umanoide NAO; infine, la realizzazione di algoritmi pratici che cercano di umanizzare il robot, cioè trasformare ciò che è reale in artificiale, modernizzandolo grazie a reti neurali. Il professore di informatica Giovanni Bellorio, coordinatore di questa sezione, spiega che «l’intelligenza artificiale non nasce dal nulla, ma prende tutto dalla natura umana. Non si arriverà mai ad avere un aspetto completo dell’ambiente naturale nell’ artificiale, anche se si cercherà di fare il meglio per simularlo».

Per riprodurre un’intelligenza artificiale è infatti necessario comprendere come funziona l’intelligenza naturale umana. Questo aspetto è approfondito dal modulo di scienze naturali, coordinato dal professor Cristian Pasini, che conferisce una solida base scientifica al progetto. Si tratterà del sistema nervoso umano (centrale, periferico e autonomo) e le sue funzioni cognitive minori e maggiori, per capire cosa si può o non si può riprodurre tramite l’intelligenza artificiale. «La domanda che ci facciamo ogni volta che pensiamo ad un progetto per i nostri ragazzi è cosa serve al loro futuro e al futuro della nostra società, e non è stato possibile quindi prescindere dall’intelligenza artificiale», spiega il professore.

Il robot umanoide NAO che riproduce movimenti umani

Infine, l’aspetto etico ed esistenziale, trattato nel modulo di filosofia e curato dal professore Alberto Bonomi: si partirà dall’interrogare pensatori, che si sono posti riflessioni di fronte all’intelligenza artificiale, da Turing a Sorel, fino ad arrivare alla letteratura e cinematografia, che da mezzo secolo aiutano l’uomo a comprendere il rapporto con la tecnologia. «La macchina è un aiuto o sostituirà l’umano? Fino a che punto può sostituirci e come dovrebbe aiutarci?», così il professore ha spiegato che provocherà i ragazzi, per capire se veramente «l’uomo è un cavo teso tra l’animale e la macchina».

I ragazzi coinvolti nel Progetto Uma(no)idea hanno partecipato inoltre alla NAO challenge e, in collaborazione con la gipsoteca in cui sono raccolte le opere di Ugo Zannoni, hanno programmato un robot-guida che permettesse ai visitatori di accedervi, utilizzando quindi la tecnologia in favore della cultura. Visto il momento, NAO è stato inoltre sfruttato per garantire la distanza tra i visitatori: in caso questa non venga rispettata, si fermerà e informerà il pubblico.

È difficile prescindere o allontanarsi dalla tecnologia: il progresso è ormai avviato e questa spesso permette di portare il cambiamento. Ciò che è possibile e doveroso fare è però interrogarsi sul suo corretto e coscienzioso utilizzo, che possa crescere insieme all’essere umano, aiutandolo a non rinunciare alla sua stessa umanità. Come afferma Don Livio, legale rappresentante, «non basta imparare un lavoro, ma occorre anche avere una visione completa del mondo, e credo che questo progetto interdisciplinare voglia rispondere ad un desiderio, che, per noi stimmatini, parte da lontano e continua nell’oggi».

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Abito a Sirmione, sul Lago di Garda. Amo il mio paese, le sue bellezze culturali e paesaggistiche, che mi hanno resa un’entusiasta osservatrice della maestosità della natura. Dall’esigenza di immortalarla nasce una mia passione: la fotografia. Viaggiando per il mondo o stando a casa, mi ritrovo facilmente con una fotocamera pendente al collo. Scrivere è un po’ il salvagente della mia anima, ciò che mi permette di tenere a galla pensieri profondi o personali, situazioni che mi toccano dall’interno. Mi incuriosiscono molto la cultura e letteratura delle lingue antiche, dal greco al latino, il loro modo di influenzare la vita di tutti i giorni, sentendole vicine seppur a distanza di centinaia di secoli. Comunicare e studiare in generale mi hanno sempre stupito per il modo in cui aprono mente e occhi su milioni di idee e possibilità. Mi affascinano anche la scienza dell’astronomia e la medicina, nella quale ripongo le mie ambizioni future, probabilmente nel campo della psichiatria o neurochirurgia, con l’intento di aiutare gli altri scoprendo sempre più il meraviglioso strumento che è la mente umana.

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