Covid e poliomielite: le malattie sono differenti, ma la storia è la stessa

Il 18 aprile 1959 veniva lanciato l’appello per la quarta iniezione di vaccino per la difesa antipoliomielitica, mentre ai giorni nostri si discute su una possibile quarta dose di vaccino anti-Covid. Ecco come a distanza di più di sessant’anni la storia si ripete, e le reazioni dell’uomo sono le medesime.

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Oggi la paura si chiama Covid-19, ma negli anni 60 era la poliomielite a scatenare il terrore di milioni di italiani. Durante l’estate del 1958, infatti, nella nostra nazione scoppiò l’ultima grande epidemia di paralisi infantile, nota anche come poliomielite. Sabato 18 aprile 1959 il quotidiano “L’Arena” lanciava un appello: “Necessaria una quarta iniezione per la difesa antipoliomielitica”. Tale servizio era firmato da Roberto Morgante, un prestigioso medico, giornalista e divulgatore, che si è spento nel febbraio 2021. Egli concordava con le parole del virologo newyorkese Jonas Salk, scopritore del primo vaccino antipolio, che raccomandavano una quarta dose.

Anche ai giorni nostri è aperto un dibattito riguardante la quarta dose di un vaccino, questa volta, però, che potrà difenderci dalla variante Omicron. Proprio per questo motivo in Israele, il 27 dicembre 2021, è iniziato il primo studio al mondo finalizzato ad esaminare gli effetti della cosiddetta “quarta dose”, che coinvolge 6000 persone. Ancora una volta si può notare come la frase “la storia si ripete”, che spesso si sente pronunciare con noncuranza, abbia un vero significato, e come la cronaca del passato aiuti a comprendere e interpretare le insidie del tempo presente, afflitto dal Coronavirus.

Video riguardante lo studio della quarta dose di vaccino anti Covid, avvenuto in Israele

Anche nel 1959, proprio come oggi, le opinioni riguardanti il bisogno di effettuare una vaccinazione erano contrastanti; per alcuni quest’ultima rappresentava una liberazione e un rimedio universale, mentre per altri un pericolo e persino un limite della propria libertà. Ma le somiglianze tra presente e passato non finiscono qui, poiché all’epoca, come oggi, era presente il problema della durata immunitaria. Da ciò si può concludere che è davvero incredibile come, a distanza di più di sessant’anni, le problematiche di allora fossero analoghe a quelle vissute ai giorni nostri e, soprattutto, che le reazioni e le considerazioni del genere umano, che spaziano dalla gioia più immensa al terrore più profondo, siano le medesime.

Che cos’è la poliomielite?

La poliomielite, chiamata anche polio o paralisi infantile , è una malattia acuta, virale e altamente contagiosa, che si diffonde da individuo a individuo principalmente per via oro-fecale. Nonostante circa il 90% delle infezioni da poliomielite non causi alcun tipo di sintomi, gli individui affetti possono presentare una serie di reazioni quando il virus entra nella circolazione sanguigna.

Il virologo newyorkese Jonas Salk

In circa l’1% dei casi la malattia penetra nel sistema nervoso centrale, dove colpisce i neuroni motori, portando a debolezza muscolare e paralisi. Possono presentarsi diversi tipi di paralisi a seconda dei nervi coinvolti, ad esempio la poliomielite spinale, ovvero la forma più comune, provoca  paralisi asimmetrica, che spesso coinvolge le gambe. 

Non esistono farmaci in grado di curare questa malattia, ma l’unica possibilità è rappresentata dalla prevenzione attraverso vaccinazione. L’Italia è stata ufficialmente certificata “polio-free” il 21 giugno 2002, anche se l’ultimo caso, come riportato del Ministero della Salute, si è manifestato nel nostro paese nel 1982. 

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