Celebrato nelle chiese cattoliche e protestanti, il Mercoledì delle Ceneri coincide nel rito romano con l’inizio della Quaresima, periodo di tempo in preparazione alla Pasqua. In questo giorno, che quest’anno è stato ieri, 2 marzo, i cattolici sono tenuti ad osservare il digiuno e astinenza dalle carni, per segnare l’inizio di un periodo liturgico di carattere penitenziale. Nella chiesa cattolica il Mercoledì delle Ceneri si celebra soltanto nel rito romano, in quello ambrosiano, invece l’inizio della Quaresima, viene posticipato alla domenica successiva, e il mercoledì coincide pertanto con il tempo di carnevale.
Origine

Questa cerimonia ha origine dalla tradizione di cospargere la fronte dei fedeli, formando una croce, con le ceneri benedette provenienti dai rami di olivo bruciati l’anno precedente, durante la Domenica delle Palme. L’usanza fu eseguita per la prima volta nel VI secolo, quando il rito era riservato solamente ai penitenti. Essi, infatti, ricevevano la cenere prima di iniziare il loro cammino di espiazione, che prevedeva la confessione dei peccati al vescovo e la richiesta di penitenza in modo pubblico, e venivano assolti durante il Giovedì Santo. In seguito, però, fu abolita la penitenza pubblica e la cerimonia venne estesa a tutti i fedeli. Il celebrante ricordava agli osservanti il comune destino mortale con le parole ‘Memento, homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris’ (ricordati, uomo, che polvere sei e polvere tornerai), oppure ‘Paenitemini, et credite Evangelio’ (convertitevi, e credete nel Vangelo).

Significato
Secondo una prima interpretazione, l’imposizione delle ceneri simboleggia le debole e fragile condizione umana. In particolare, si riscontra questa dimensione quando Abramo si rivolge a Dio con le parole: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27). Un’ altra visione intende la cenere come segno di colui che si pente di agire malvagiamente e decide di compiere un cammino verso il Signore, in simbolo di penitenza, a sostegno di questa interpretazione troviamo la città di Ninive, che dopo la predicazione di Giona, decide di convertirsi: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9).