In un tempo in cui gli artigiani stanno diminuendo, qualche settimana fa abbiamo avuto la possibilità di intervistare Roberto Carrarini, un falegname di 82 anni che risiede a Mezzane di Sotto. Sono quattro le generazioni che hanno portato avanti questa falegnameria, inizialmente situata in località Donzellino, poi trasferita nel territorio mezzanese. Il tutto è iniziato con l’uso del legno come materiale per costruire aratri e ruote.

Signor Carrarini, innanzitutto le chiedo: quando e come è iniziata la sua passione per il legno?
Ho cominciato a lavorare finito le scuole a 11 anni. Sono 70 anni che faccio questo mestier (mestiere).La passione mi è stata tramandata dai miei nonni e io ho fatto lo stesso con i miei figli. Allora le famiglie erano povere, c’era da lavorare in bottega e se laorava (lavorava) a mano. Io le macchine le ho toccate a 20 anni. Il babbo mio mi diceva: “Quando sei capace di lavorare a mano con le macchine si fa presto”. Ci si metteva lì, si ascoltava, si imparava. Mi ricordo quando el me papi (mio papà) mi ha insegnato a tagliare un pezzo di legno… piano piano si imparava; non è che ho fatto corsi d’orientamento ma l’è sta tutta gavetta che me son fatto guardando l’esempio dei me veci (ma è stata tutta una gavetta che ho fatto imparando dai miei parenti).
C’è spazio nella società moderna per la figura professionale del falegname?
Non ghe più nessuni che le fa. (Non c’è più nessuno che lo fa). Questo perché una volta c’era un apprendistato, adesso non esiste più neanche una scuola specifica per la figura del falegname. Mi ricordo che finite le scuole mio papà e lo zio Tano i gavea (avevano) cinque giovani che mettevano lì per imparare a lavorare, perchè allora bastava nar a bottega e guardar, par dopo proar e tacar a laorar (bastava andare in bottega e guardare per poi provare e iniziare a lavorare) .
C’è da dire che allora c’era anche la miseria… ci mettevano anche a raddrizzare i chiodi a mano. Non ghera mia de spreco bisognava recuperar il più possibile (non c’era mica lo spreco). Adesso è diventata tutta un’industria, na olta (una volta) non era così c’erano solo artigiani che fasea (facevano), per esempio, le camere da letto oppure credenze con il legno dei contadini che veniva scartato.
Col passare degli anni il legno potrebbe essere sostituito da altri materiali?
Caspita non saprei. C’è da dire che il legno è una materia viva, mentre gli altri materiali sono sintetici. Tutta roba per le industrie che stanno sempre di più crescendo mentre gli artigiani diminuiscono. Se vedarà (si vedrà) soltanto vivendo.
In questo momento in cui si parla tanto di sostenibilità ambientale cosa pensa del serramento in legno rispetto a un serramento in PVC?

Possiamo dire che il serramento in legno è una risorsa naturale e sostenibile, quindi se g’avesse (se dovessi)da fare una casa la farei sempre in legno parché (perché) questo l’è anca (è anche) una materia isolante ed esteticamente molto più bella… mentre il serramento in PVC può essere formato da materie anche inquinanti che non le fa mia bene (non fanno mica bene) all’ambiente.
Lei ha sempre lavorato il legno, se le avessero dato l’opportunità avrebbe cambiato la sua professione?
No ormai è una passione ed era un lavoro che mi piaceva e mi piace tuttora. Non l’avrei mai cambiato. Forse per i soldi sì l’avarea cambià (l’avrei cambiato) ma parchè l’era considerà (perché era considerato) un lavoro un po’ misero. Comunque no non lo cambiarea mia parchè par mi l’é vita (no non lo cambierei mai perchè per me è vita). E come il legno è una materia viva… anca (anche) la mia passione è stata portata avanti e tramandata nella me vita (mia vita).