Dopo 39 lunghi anni di insegnamento all’istituto professionale “Fedele Lamberticο” di Vicenza, l’insegnante di anatomia Carla Rosati si stava preparando ad andare in pensione quando si è imbattuta in uno scatolone che le ha fatto affiorare alla mente tutti i ricordi di quella vita spesa tra le mura scolastiche insieme ai suoi giovani alunni.
Bigliettini arrotolati, nascosti nei posti più inimmaginabili, con sopra scritte in piccolissimo tutte le informazioni necessarie per raggiungere almeno la sufficienza nel compito in classe; caratteri minuscoli, su un foglietto grande quanto una mano ci stava scritto sopra tutto un capitolo.
E poi ancora: carte da gioco, anche disegnate a mano, dadi di cartoncino creati con il nastro adesivo, palloni da calcio fatti con carta arrotolata e pure qualche poesia.
Tutto questo si può notare dalla foto che Carla ha postato su Facebook qualche giorno fa dopo aver ritrovato in quella scatola tutti gli oggetti sequestrati nei suoi anni di lavoro: i passatempi degli anni Novanta e inizio Duemila, centinaia di bigliettini usati per copiare nelle verifiche, che per un insegnante ritrovarli anni dopo fa molto sorridere.
“Lo ammetto: mi sono commossa”, racconta.

In una lezione per loro noiosa gli alunni si inventavano qualsiasi cosa pur di distrarsi un attimo, e per la professoressa Carla Rosati ritrovare quegli oggetti è stato un bel ricordo: “Mettendo a posto il materiale di scuola ho trovato parte del materiale sequestrato. Notare le carte fatte a mano addirittura plastificate! Quanti biglietti (pre cellulari) “cioccati”, era diventato un gioco.” ha scritto nella didascalia.
Un sorriso compiaciuto, forse il suo, al pensiero di essere riuscita a beccare i suoi alunni in quei momenti dove si distraevano o dove copiavano, e allo stesso tempo al pensare a chissà quante volte invece non li ha scoperti e sono riusciti a farla franca.
Alcuni suoi studenti divertiti nel vedere quella foto le hanno commentato: “Sicuramente c’è del materiale di mia proprietà” e anche “Potrei riconoscere qualcosa di mio cercando bene. Adesso insegno a mia figlia come farli e dove metterli per non farsi beccare”. A quanto pare Carla, però, non è l’unica a collezionare questi fantastici “reperti”: “Mia cara professoressa.. io faccio la collezione inversa.. di quelli che non mi sono mai stati “cioccati” le ha scritto una ragazza.
In poche ore da quella foto, moltissimi suoi ex studenti l’hanno inondata di messaggi, divertiti e commossi per quei bei ricordi riaffiorati degli anni di gioventù a scuola.

Il creare giocattoli fatti a mano, i bigliettini per le verifiche scritti minuziosamente, nascosti nelle maniche delle magliette, nelle tasche segrete degli astucci, sotto al banco, perfino infilati nei calzini e nei pantaloni: una vera e propria “arte”, appartenente però ormai al passato. “Reperti che, per quanto recenti, appartengono a un mondo che non esiste più. Ora gli studenti copiano da Wikipedia, con il telefonino, e durante la ricreazione passano il tempo incollati ai social oppure giocando online, perennemente con in mano i loro apparecchi elettronici” così dice la professoressa, elogiando i tempi passati, forse più “arretrati” nella tecnologia, ma sicuramente più “avanzati” nella fantasia.