“Crisalide” è il nome dell’opera dell’artista lamentino Fiorenzo Zaffina, inaugurata il 9 febbraio a Canova22, l’antica Fornace del Canova, in onore della Celebrazione del Bicentenario della morte di Antonio Canova, scomparso nell’ottobre del 1822.
La scultura di Zaffina, infatti, vuole rendere omaggio al celeberrimo artista, realizzando un’opera che reinterpreti una delle sculture più famose e più belle: Amore e Psiche. Il progetto consiste in una vera e propria cosiddetta “d’après” dell’opera trasparente, ovvero, l’elaborazione della famosa statua sotto la chiave artistica di Zaffina. Egli infatti cerca di unire le forme della scultura classica con il suo approccio da archeologo del contemporaneo. Questo è ciò che si può proprio notare nell’opera “Crisalide”: la statua dal tema e racconto classico con le tipiche caratteristiche del periodo Neoclassico, ma “ricostruita” in chiave moderna, con materiali e tecniche contemporanee. La sua opera è costituita da un gruppo di blocchi di plexiglass scolpiti in negativo.

Molti sono stati gli scultori nel corso degli anni ad ispirarsi ad Amore e Psiche, ma mai a tal punto come Zaffina.
Egli ha frequentato il liceo artistico di Reggio Calabria e Roma, diplomandosi a Catanzaro; a Roma ha continuato la sua attività espositiva, ricevendo vari premi e riconoscimenti. Successivamente si iscrisse alla facoltà di architettura e continuò gli studi all’Accademia delle Belle Arti e alla Scuola Libera del Nudo. È nel 1993 che comincia il suo progetto di ricerca volto alla “dissezione” dei muri e nel 2016 presentò per la prima volta al Museo Maon di Rende blocchi di plexiglass scavati.
Una vita scolpita nel marmo
Scultore e pittore italiano, Canova è ritenuto il massimo esponente del periodo del Neoclassicismo in scultura.
Un vero e proprio artefice della bellezza perfetta: le sue creazioni contengono la meraviglia e perfezione dell’arte antica, aggiunte però inoltre dalla totalmente nuova caratteristica dell’espressività e dell’umanità dei volti e dei corpi, assente invece nelle statue antiche della mitologia greca da cui prendeva ispirazione.

Superò lo splendore antico delle statue greche-romane, aggiungendo una delicatezza delle forme e una perfezione delle linee, raggiunte grazie a tutte le sue ricerche e alle misurazioni delle proporzioni, rispondenti ai canoni di bellezza.
Nacque a Possagno l’1 Novembre 1757 e morì a Venezia il 13 ottobre del 1822, città dove svolse l’apprendistato; nel 1779 si trasferì a Roma e lì visse per il resto della sua vita. Fin da piccolo si avvicinò al mondo della scultura grazie al nonno Pasino, tagliapietre, che per avviarlo agli studi lo mandò nel laboratorio di Giuseppe Bernardi-Torretti, prima a Pagnano D’Asolo e successivamente a Venezia. A Venezia il giovane artista iniziò i primi studi alla Scuola del Nudo e aprì un proprio laboratorio. Da quel momento Canova ricevette importanti commissioni che lo portarono poi a trasferirsi a Roma, dove venne a contatto con l’arte Neoclassica e le idee illuministiche. Nello stesso anno andò anche a visitare i siti di Ercolano e Pompei, rimanendo molto affascinato dall’arte antica greca e romana.
La statua d’amore dell’immortalità
Amore e Psiche è una delle opere più famose e più belle di Canova: un gruppo scultoreo realizzato tra il 1787 e il 1793 e attualmente conservato al museo del Louvre di Parigi in Francia.

I due protagonisti sono presi dalla storia narrata da Apuleio nella favola Metamorfosi nella quale si racconta che Venere fosse invidiosa della principessa Psiche, considerata superiore in bellezza rispetto a lei. Accadde però che Cupido, figlio di Venere, e Psiche si innamorarono, diventando marito e moglie, nonostante la ragazza non potesse vedere il volto del marito dio dell’amore, poiché Cupido si mostrava solo nell’oscurità della notte. Su istigazione delle sue due invidiose sorelle, la giovane donna scoprì il viso di Amore. Così sotto comando della iraconda suocera Venere, che aveva scoperto gli inganni e anche il tradimento da parte del figlio che si era innamorato della sua acerrima nemica, Psiche fu costretta a sottoporsi a una serie di difficili prove per ricongiungersi al suo amore Cupido. La ragazza riuscirà a superare tutte le sfide, ottenendo alla fine l’immortalità e ricongiungendosi con Amore.
La statua di Canova venne realizzata sotto commissione datagli dal colonnello John Campbell nel 1788. Canova iniziò l’opera, prendendo ispirazione, oltre che dalla storia di Apuleio, anche soprattutto da un affresco di Ercolano raffigurante un fauno che si abbraccia con una baccante.

L’opera venne accolta freddamente e non piacque ad alcuni ambienti artistici, venendo ritenuta troppo barocca e complessa, ma invece divenne subito molto famosa e apprezzata dal pubblico europeo, che rimase affascinato da un così gruppo scultoreo. Moltissimi furono gli ammiratori di Amore e Psiche: artisti, eruditi e viaggiatori, che si intrufolarono nel laboratorio di Canova a Roma per ammirarne il lavoro.
L’opera fu completata solo dopo cinque anni, frutto di numerosi studi e ricerche dello scultore. Alla fine Campbell non riuscì più a mantenere gli alti costi di realizzazione e la statua venne venduta a Gioacchino Murat, nipote di Napoleone, che la portò nel palazzo reale di Compiègne, vicino a Parigi, fino a quando poi entrò in possesso della corona francese e quindi venne trasferita nel museo francese, il Louvre, dove risiede tutt’ora.
Una storia scolpita nel marmo, un momento d’amore di due giovani immortalato dal grandissimo scultore in un’opera di massima bellezza ed eleganza. Il maestro di Possagno ritaglia l’attimo più dolce del racconto in cui Amore risveglia Psiche dal sonno infernale con un bacio. Un attimo lungo ed emozionante, in cui i due innamorati appena ritrovati possono finalmente guardarsi di nuovo negli occhi: un momento che Canova ha saputo riportare sul suo famosissimo marmo. La realizzazione di una così precisa, elegante e perfetta statua, coincidente con le caratteristiche del bello ideale del Neoclassicismo, dimostrano la capacità dello scultore di dare grazia e immortalità al marmo, eterno come la storia di Apuleio, come l’amore dei due ragazzi e come la loro eterna giovinezza.
Altre famose statue di Antonio Canova: