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“Il nostro brand sarà ben riconoscibile. Perché la nostra pasta costa quattro volte quella che troviamo nei supermercati, e la farina circa 30 euro al chilo. Il nostro, piaccia o no ai puristi, è un prodotto ecologico ad alta gamma per contenuto e purezza proteica, adatto alle diete degli sportivi, decisamente migliore rispetto alle farine tradizionali. Pertanto lo vogliamo comunicare e farlo pagare quanto davvero vale” afferma Ivan Albano, direttore dell’azienda torinese Italian Cricket Farm, che è stata la prima ad aver chiesto l’autorizzazione per sfornare e commercializzare il cosiddetto “novel food”, ovvero la farina d’insetto per l’alimentazione umana. La nuova pasta è caratterizzata da un colore scuro e da un sapore che si avvicina a quello della mandorla e della nocciola.

Uno sguardo al futuro

Gli investitori, attirati dal profitto che si potrà ricavare dai grilli in campo culinario, hanno già bussato alle porte della cascina di Scalenghe per partecipare al grande affare dell’insetto nel piatto, il cui mercato oggi vale quasi un miliardo di euro nel mondo e, secondo una ricerca di Dealroom pubblicata su Bloomberg, si tratterà di un business dirompente che supererà i 4,1 miliardi di dollari entro il 2025.

Questi dati hanno spinto gli osservatori a pensare che tale ingrediente diventerà il cibo del futuro. Gli insetti in questione si possono allevare in enormi quantità, il loro contenuto proteico è altissimo, non si usano antibiotici per farli crescere e inoltre l’impatto ambientale è minimo rispetto ad altri animali.

“La richiesta oggi è superiore alla nostra offerta. Abbiamo stretto accordi con diverse multinazionali all’estero, soprattutto per integratori destinati agli sportivi. In Italia usciremo con una pasta ad hoc». Secondo Albano e i suoi collaboratori è arrivato il momento di abbattere «il muro di ignoranza» che è stato eretto sul consumo di grilli e larve.

Il direttore commenta inoltre che nella dieta animale sono stati raggiunti risultati straordinari: le galline producono uova più grandi, i suini crescono meglio e il consumo di acqua per l’allevamento dei grilli è minimo.

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