Il 28 marzo si celebrerà il centesimo anniversario della costituzione, come forza armata autonoma, della Regia Aeronautica Militare.
Dopo la Prima guerra mondiale, la cosiddetta “Arma Azzurra”, dovuta al colore dell’abbigliamento, si afferma per numerosi raid e primati, tra cui il volo Roma-Tokio. In questi anni lo sviluppo dell’aviazione conosce in Italia un grande impulso. L’aeroplano infatti rispecchia il modello di modernità, eroismo e capacità di imprese assolute di cui il regime si vanta: eravamo in pieno regime fascista.

Due piloti volano per 55 mila chilometri da Sesto Calende a Melbourne, a Tokio e poi a Roma.Due anni dopo tre piloti compiono una crociera di 50 mila chilometri in Sud America. Nel 1926 e nel 1928 si ricordano le imprese del colonnello Umberto Nobile al Polo Nord con il dirigibile, dapprima l’esaltante successo e poi la grande tragedia che ha segnato la fine di questo mezzo di trasporto.
Con la Seconda guerra mondiale, la Regia Aeronautica Militare giunge al conflitto molto provata dalle guerre prima in Etiopia e poi in Spagna. I piloti, nonostante il coraggio, si ritrovano con mezzi vetusti e privi di ricambi.
Alla fine della guerra, l’aeronautica lascia sul campo migliaia di morti e di dispersi.
Nel dopoguerra, con l’adesione dell’Italia alla Nato, in soli dieci anni, l’Aeronautica Militare riesce a rigenerarsi e a diventare una delle forze di eccellenza. Nascono aerei come gli F104 che resteranno in servizio per quarant’anni, l’Aermacchi MB-326 che diventerà l’aereo della Pattuglia Acrobatica Nazionale fondata nel 1961 e denominata poi “Frecce Tricolori”.

L’Aeronautica Militare partecipa a numerose missioni internazionali sotto l’egida dell’ONU e tuttora ha espanso i propri investimenti con la costruzione del velivolo F35 ed entrando nel settore aerospaziale; pensiamo, inoltre, alle imprese degli astronauti Samantha Cristoforetti e di Luca Parmitano.
Il tutto in continuità con i suoi valori e le sue tradizioni: la difesa del Paese, lo sviluppo, l’aiuto e l’assistenza internazionale.