Mare fuori, ideato e scritto da Cristina Farina e Maurizio Careddu, è ispirato al carcere minorile di Nisida; a fare da set, però, è la Marina Militare di Napoli. La serie è diventata nel giro di poco tempo un vero e proprio fenomeno, totalizzando 60 mila visualizzazioni, grazie anche alla distribuzione delle prime due stagioni su Netflix. I giovani attori sono stati invitati anche sul palco dell’Ariston, esaudendo il loro sogno. Durante la quarta serata del festival, hanno presentato la serie e cantato la sigla “o’mar for”.

Mare fuori narra delle vicende di un gruppo di ragazzi rinchiusi nell’istituto di pena Minorile a causa dei vari crimini commessi. Controllati e messi sulla buona strada dagli educatori e dalla direttrice, interpretata dalla famosa, Carolina Crescentini. La storia prende avvio da due ragazzi Carmine Di Salvo e Filippo Ferrari. Il primo proveniente da una famiglia invischiata in traffici loschi, il secondo nato a Milano che finisce in riformatorio per una bravata. I due nonostante le differenti origini stringono un rapporto di amicizia che li porterà a intraprendere un importante percorso.
L’umanità dietro la serie
La scrittura di Farina e Careddu fotografa uno spaccato di vita molto apprezzato dal cinema, ma aggiunge un tocco di umanità puro e potente. I protagonisti rispecchiano una realtà attuale. La criminalità fa parte dell’esistenza di tanti giovani, uomini e donne ai quali non è concesso scegliere. Costretti e inconsapevoli seguono le orme dei genitori e imparano a loro spese cosa significa vivere nella paura e nella violenza. Sognare un futuro o un futuro diverso sembra impossibile.

Nelle storie di questi ragazzi il muro più difficile da scavalcare è la famiglia, infatti faticano a non lasciarsi sopraffare dal senso di vuoto o impotenza. La strada è tutta in salita ed è necessario possedere una forza sovrumana. Il coraggio e la spinta di andare avanti possono provenire da un amico o da un partner, nella serie infatti non mancano momenti dedicati all’amicizia all’amore. Forse proprio questo senso di umanità ha indotto la serie a un successo inimmaginabile.
Il Mare fuori
Il mare è fuori, come la libertà da possedere. Ma questa serie tra alti e bassi, in realtà prova a raccontare il mare dentro, quell’onda anomala che scorre nelle vene di chi ha imboccato una strada che sembra segnata da altri. Da una famiglia, da un’appartenenza, da una deleteria scia di decisioni sbagliate che vengono sempre da molto lontano. «Mai cercare di cambiare il destino » aleggia sulle celle, come un mattone, come un omicidio, come il ringhio di un cane durante un combattimento.

E c’è la camorra, ovviamente, con tutto quello che comporta il già visto seriale, la vendetta, l’onore, il rispetto, l’orrore. Ma soprattutto c’è l’adolescenza, nella sua furia insieme cupa e luminosissima, quell’età estrema in cui il futuro è il qui e adesso, in cui l’amore è per sempre, come l’odio, come il dolore. Carolina Crescentini afferma al Festival di Sanremo “Tutti hanno diritto a una seconda possibilità. Il mio ruolo mi ha regalato tanto, sono una donna forte che lavora in posto difficile. Bisogna ricordarsi che dietro le sbarre ci sono esseri umani.”
La direttrice di Rai Fiction afferma: «Il successo di Mare fuori ha ragioni diverse. La capacità di entrare, attraverso una storia corale, nel groviglio di problemi e contraddizioni tipiche del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Poi l’ambientazione nell’istituto di pena minorile, sospeso tra istituzioni e criminalità. Quindi il linguaggio, che dalla scrittura alla regia abbatte le convenzioni, aprendosi alla vitalità, anche brutale, dei sentimenti, dei conflitti, delle scelte».