La maledizione di Tutankhamon: leggenda o realtà?

La fama della tomba del faraone Tutankhamon oltre che per l'inestimabile tesoro ritrovato al suo interno nel 1922, è legata anche alle voci di una misteriosa maledizione che avrebbe colpito chiunque fosse venuto a contatto con essa.

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Maledizione di Tutankhamon
Tempo di lettura articolo: 2 minuti

La fama del faraone Tutankhamon si deve più alla sua morte che alla sua vita, per la straordinaria scoperta della sua tomba avvenuta il 4 novembre 1922. La tomba fu ritrovata nel corso della spedizione guidata da Howard Carter, archeologo ed egittologo britannico, e finanziata da lord Herbert, conte di Carnarvon. Dopo cinque anni di scavi nella Valle di Re, il conte di Carnarvon stava per abbandonare la ricerca della tomba, ma Carter lo convinse

Scavi della tomba di Tutankhamon

a finanziare ancora gli scavi e dopo 22 giorni, Carter aprì una fessura nella via di accesso alla tomba. Si racconta che il conte chiese a Carter: «Riuscite a vedere qualcosa?» e che la celebre risposta dell’archeologo fu: «Sì, cose meravigliose». 

Alla mummia del faraone si arrivò nel 1925 perché era custodita oltre che in un massiccio sarcofago d’oro, all’interno di altri due sarcofagi incastrati l’uno nell’altro e la tomba era costituita da ben quattro stanze, in cui furono ritrovati circa 5.398 oggetti preziosi di altissimo valore economico e storico. Sebbene Carter non fosse stato il primo ad entrare nella tomba, è stato comunque il primo ad arrivare al suo sarcofago

Ma dietro a questa magnifica scoperta si è celata una maledizione: sembra che sull’antico sarcofago del faraone egiziano fosse riportata la frase “la morte sopraggiunge su rapide ali per colui che disturba la pace del re”; frase mai confermata dagli studiosi. 

La leggenda della maledizione nacque con la morte del canarino che Howard Carter, l’archeologo che guidava la spedizione,  aveva portato con sé dall’Inghilterra. L’uccellino venne sbranato da un cobra, simbolo di protezione per i faraoni, il giorno dell’apertura della tomba.

Conte Carnarvon

Nel 1923 il conte di Carnarvon, che aveva finanziato la spedizione di Carter, morì in seguito all’infezione causata da una puntura di insetto che, dopo avergli procurato una febbre alta, si trasformò in polmonite.

L’attenzione del pubblico si concentrò soprattutto sulle morti improvvise e misteriose, dal 1923 al 1935, di più di venti persone legate alla maledizione, anche donne e uomini mai entrati in contatto con la tomba, ma vicini ai diretti interessati, ad esempio la moglie del conte di Carnarvon.

Nel 2002, sul British Medical Journal, il ricercatore australiano Mark Nelson pubblicò un articolo per dimostrare scientificamente l’inesattezza della maledizione. L’età media delle morti supera i 70 anni e il tempo medio dall’esposizione al decesso è di più di 20 anni.

Eventi inventati ad arte, che hanno creato una delle leggende più dure a morire riguardanti l’archeologia dell’Antico Egitto.

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