Si chiamano “citofoni rosa”, uno strumento nuovo creativo realizzato dall’artista e performer padovano Antonio Irre per lottare contro la solitudine e l’isolamento sociale e per diffondere una maggiore solidarietà tra i cittadini. Questa nuova iniziativa, abbracciata anche dall’amministrazione comunale di Padova nell’ambito del bando La città delle Idee, ha portato così per le strade della città veneta a far spuntare moltissimi campanellini rosa: il citofono come dispositivo di relazione contro la solitudine, che porta a parlarsi tra sconosciuti e a non sentirsi soli.
Ma cosa sono esattamente questi “Citofoni Rosa”? Si tratta di targhette rosa che vengono posizionate sui campanelli di coloro che decidono di aderire a questa iniziativa e che in questo modo si rendono disponibili ad ascoltare e a dialogare con qualsiasi sconosciuto abbia bisogno di compagnia.


Il citofono viene così usato come strumento sociale per tutte quelle persone che magari, non avendo nessuno, si sentono sole e che vorrebbero parlare con qualcuno: “Vuoi scambiare due parole ma non sai con chi farlo? Sei nel posto giusto!” così viene scritto sulle targhette rosa.
Questo è ciò che l’artista Antonio Irre ha voluto realizzare nella sua città: un nuovo mezzo con il quale poter trovare persone con cui fare quattro chiacchiere quando ci si sente troppo soli.
Chi risponderà al citofono, infatti, sarà disponibile a dialogare con un perfetto sconosciuto senza mandarlo a “quel paese” o senza sbuffare: rendere il citofono non più un cancello invalicabile, ma un pulsante dietro il quale una persona possa aver voglia, o anche bisogno, di parlare con qualcuno, rendendosi libera di chiacchierare.
Per aderire al progetto basta semplicemente contattare l’artista, che afferma: «Arriveremo con cacciavite, targhetta rosa, e targa o adesivo e in pochi minuti sarai operativo!». La targhetta si può decidere di tenerla per qualche giorno o come postazione fissa e sopra di essa verrà anche indicata la disponibilità del proprietario della casa.

«I citofoni rosa sono un’installazione di arte pubblica partecipativa che si basa su un semplice meccanismo: dare la possibilità a chi vuole di scambiare due parole o a chiunque voglia essere ascoltato di poter suonare i citofoni degli abitanti resisi disponibili, diventando un dispositivo di relazione contro la solitudine» è questo quello che si legge nella descrizione dell’evento postato su Facebook.

Da gennaio sono stati installati più di diecu citofoni rosa, ma ora arrivano richieste anche da altre città venete: è infatti comunque molta la diffidenza ad aprirsi agli sconosciuti, ma ci sono già stati i primi incontri e le prime chiacchierate!