Il 21 maggio non è un giorno come gli altri, in Italia non avviene nulla di speciale, ma in Cile è festeggiato come festa nazionale. Per quale motivo? Proprio il 21 maggio del 1879 sulle coste meridionali del Perù, oggi territorio del Cile, è avvenuta una battaglia molto importante nella storia e cultura cilena: la Battaglia di Iquique. Che però non è stata una vittoria, ma anzi una sconfitta dove è morto anche il capitano dell’Esmeralda, l’ammiraglia della flotta cilena, il capitano Arturo Prat, festeggiato proprio ieri come eroe nazionale.


Questo avvenimento è stato decisivo nella guerra del Pacifico (1879-1884), conflitto che ha visto l’alleanza del Perù e della Bolivia contro il Cile. Cominciato con la disputa per il controllo dei mari e delle importanti miniere di salnitro da parte delle nazioni del Perù e del Cile, lo scontro si divise in due fasi: inizialmente in mare aperto e poi sulla terraferma. Nella prima fase l’obbiettivo del Cile fu di bloccare il porto di Iquique, che faceva parte del Perù. Ma la faccenda si rivolse a sfavore del Cile. Il Perù infatti ruppe il blocco e sconfisse la marina cilena in diverse battaglie. La prima sconfitta fu proprio la battaglia di Iquique, dove davanti alla città portuale si scontrarono la corvetta cilena Esmeralda con a capo Arturo Prat e la nave corazzata peruviana Huascar comandata da Miguel Grau. Dopo quella sconfitta, il Perù riuscì a rompere il blocco navale e grazie anche ad altre vittorie marittime causò in Cile una crisi del governo. Con le dimissioni del ammiraglio dalla flotta cilena, il nuovo ammiraglio diede come ordine la cattura della nave Huascar, che a partire da Iquique aveva decimato la flotta cilena. Infine la corazzata nemica fu catturata nella battaglia di Angamos, dove morì il suo capitano Grau che divenne eroe nazionale nel Perù e nella Bolivia. Finì così la fase marittima della guerra del Pacifico e cominciò la fase terrestre.

La campagna terrestre si avviò nel 1880 dopo che il Cile era riuscito a sconfiggere la flotta peruviana, si decise di sferrare l’attacco da terra. L’esercito cileno miete in poche battaglie l’esercito peruviano, fino ad arrivare a Lima, la capitale del Perù, già nel 1881.

Il governo peruviano, dopo la presa di Lima, scappò nell’entroterra, e da lì gesti la guerra nei 3 anni successivi. In quegli anni ci furono delle grandi rivolte e guerriglie nei territori andini. Molti di questi attacchi erano supportati da generali e soldati del governo peruviano che opponevano delle resistenze contro il governo cileno. All’inizio le guerriglie portarono buoni frutti. Molte battaglie tra soldati cileni e guerriglieri finivano con la vittoria dei secondi. Ma nel 1883 i guerriglieri furono sconfitti e così il conflitto si avviò alla fine. La guerra si concluse con l’imposizione del presidente Miguel Iglesias da parte dei cileni, la cessione permanente della provincia di Tarapaca e la cessione provvisoria delle provincie di Arica e Tacna, amministrate dal Cile per un decennio. Finiva così nel 1884 con il trattato di Ancon la guerra del Pacifico o guerra del salnitro.
