La regina che ha dato il nome a un’epoca: Vittoria

Il 22 gennaio si commemorano i centoventi anni dalla morte dell'unica e sola regina Vittoria di Inghilterra. Colei che ha dato il nome ad un'epoca rendendola immortale, l'Età Vittoriana e che ha rappresentato un simbolo per la nazione inglese, per l’uguaglianza e, sicuramente, per un riscatto femminile

REGINA VITTORIA DI INGHILTERRA
Il ritratto di una giovane regina Vittoria.
Tempo di lettura articolo: 6 minuti

Cade oggi, 22 gennaio, l’anniversario dei centoventi anni dalla morte dell’unica e sola regina Vittoria. Colei che ha rappresentato un simbolo per la nazione inglese, per l’uguaglianza e sicuramente per un’idea di riscatto femminile. Ancora oggi parliamo e discutiamo su questa straordinaria epoca che non solo ha potuto vedere una serie di straordinarie rivoluzioni scientifiche, tecniche, artistiche, ma che ha portato Londra e, con essa, tutto il Regno Unito a diventare una società senza eguali: impareggiabile per forza e potere. Tutte queste innovazioni hanno un volto e tale è unico e inconfondibile. Quello della Regina Vittoria di Inghilterra.

Statua della regina Vittoria in bronzo al palazzo di Windsor

Potremmo domandarci chi sia Vittoria, è meglio scoprirlo per poter analizzare il segreto del suo straordinario potere e della sua influenza, positiva e negativa, sul popolo inglese.

Agli inizi dell’800 in Inghilterra regna re Giorgio IV, attorno al quale si innesta una spirale di trame per la successione, in quanto non ha eredi. Alla sua morte sale al trono il fratello Guglielmo IV. Il problema si ripresenta perché nemmeno questo ha figli e la sua morte potrebbe segnare la fine dalla dinastia dei Windsor sul trono d’Inghilterra. Così la guerra di secessione vede protagonisti i figli di Giorgio III: in primo luogo una ragazza che va in sposa al futuro re del Belgio, Leopoldo. Un altro figlio è il duca di Clarence che non ha alcuna intenzione di unirsi in matrimonio; l’ultimo erede è Edoardo che ormai all’età di cinquanta anni con riluttanza si fa convincere: gli viene scelta in moglie una sorella vedova di Leopoldo, Vittoria Maria Luisa.

Questa annuncia di aspettare un figlio e tutti attendono il futuro re d’Inghilterra: il giorno 24 maggio 1819 avviene la tanto attesa nascita, tuttavia l’erede è una bambina. Il padre, però, non le riesce a dare il nome in quanto muore quando la fanciulla aveva solo otto mesi. Così viene chiamata dalla madre con il suo stesso nome, Alexandrina Vittoria. La piccola Vittoria nasce con una malattia genetica: è portatrice sana dell’emofilia.

Una giovane regina Vittoria

La giovane mostra da subito di avere un carattere determinato, indipendente e deciso. Nel 1837 muore lo zio Leopoldo e in suo onore viene celebrato uno sfarzoso funerale.

Un anno dopo viene ufficialmente incoronata Regina d’Inghilterra: Vittoria dimostra di conoscere a fondo la situazione del suo paese, e da subito riforma la scuola; impone nuove leggi che riducono l’orario di lavoro delle donne e dei bambini, e diventa in poco tempo molto popolare.

Decide di sposare il cugino Alberto, che si dimostrerà di grande aiuto: il loro sarà inoltre un vero matrimonio d’amore.

Speciale sulle curiosità e sulle fattezze della regina Vittoria.

 Sarà stato vero amore come quello delle fiabe?

Alberto di Sassonia in veste militare.

Nel 1839, come detto, la regina Vittoria conosce il suo futuro marito, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, principe tedesco, nonché primo cugino della regina. Poiché Vittoria è un capo di stato, è lei, secondo la complicata etichetta internazionale, a dover chiedere la mano al principe. Il matrimonio avrà luogo nel 1840, e Vittoria indosserà un memorabile abito bianco destinato a fare scuola. Infatti, al tempo, era assolutamente inusuale per una sposa dato che il colore della purezza era ritenuto l’azzurro e inoltre, il bianco, era il colore del lutto per le regine. Vittoria forse non lo immaginava, ma in questo modo creò la moda in voga ancor oggi.

La relazione tra Vittoria e Alberto, che morirà nel 1861, sarà passionale e sincera. Anche se ci sono notizie che l’amore fiabesco che potremmo immaginare non era provato da entrambi i consorti, ma solo da Vittoria, i quanto secondo gli studiosi probabilmente Alberto si era unito in tale matrimonio per acquisire maggior pregio e titolo nella società. Alla morte di Alberto nel 1861 Vittoria indossò per tutto il resto della vita il lutto, vestendosi di nero, creando una nuova abitudine fra le vedove a testimonianza del suo amore profondo.

Ritratto di Vittoria in veste regale.

In meno di undici anni Vittoria mette al mondo nove figli. Alcuni dei suoi figli, affetti anche essi dalla sua stessa malattia, l’emofilia, muoiono portandola in uno stato di immenso dolore.

Un secondo amore reale?

Dopo la morte di Alberto la regina si affianca alla figura del suo stalliere di corte John Brown, che diventa suo uomo di fiducia e suo consigliere fino alla morte di lui, che avviene nel 1883, per i postumi di una aggressione. Forse qualcosa di più poteva esserci stato, dato che Edoardo VII (figlio di Vittoria) fece distruggere tutti i ricordi che aveva conservato la madre e spostare tutte le statue di Brown, erette da Vittoria, in posti più discreti.

La fine della vita di Vittoria

Corona della regina Vittoria.

All’età di 64 anni Vittoria è sola con un figlio, Edoardo, l’erede al trono, grasso e abulico, incapace di aiutarla nella conduzione del regno. Alice, la figlia prediletta, muore giovane; gli altri figli sono sistemati in matrimoni di interesse per l’Europa e assenti dalla vita politica internazionale; nessuno dei figli è all’altezza del ruolo della madre. Gli affetti della regina sembrano vivere una situazione disastrosa, tuttavia la caparbia regina Vittoria viaggia e lavora sodo per fare dell’Inghilterra una potenza internazionale.

Arriva anche in Italia dove acquista numerose opere d’arte che si trovano tuttora esposte alla National Gallery di Londra. Diventa così la regina dell’impero più potente della terra: vanta possedimenti in India, Oceania, Africa e tutto il mondo guarda all’impero economico del Regno Unito come ad una guida assoluta, grazie alla lungimiranza e alle straordinarie capacità della regina Vittoria.

Muore a 82 anni il giorno 22 gennaio 1901: stanca e malata

Che cosa fece Vittoria e perché si parla di età vittoriana?

Il palazzo del Parlamento inglese.

Sotto il lungo regno della regina Vittoria, che va dal 1837 al 1901, ci sono stati cambiamenti epocali in campo culturale, industriale e scientifico: per questo motivo si parla di Età Vittoriana. Intorno alla metà dell’Ottocento il Regno Unito è una delle maggiori potenze del mondo per una serie di ragioni: In primo luogo possiede un vasto impero coloniale in via di espansione, la metà dei cittadini attivi lavorano nell’industria, la rete ferroviaria è la più sviluppata al mondo (ancora oggi Londra è dotata della più antica metropolitana risalente al 1863, la così chiamata “Tube”), la metà del ferro e i due terzi del carbone del mondo intero sono prodotti nel Regno Unito, la popolazione è tra le più alfabetizzate al mondo, la sua flotta mercantile è la più grande d’Europa e infine le istituzioni politiche del sistema britannico sono tra le più avanzate.

Buckingham Palace.

Dove viveva Vittoria?

Vittoria fu la prima regina a risiedere a Buckingham Palace, anche se trascorreva lunghi periodi a Balmoral in Scozia, a Windsor e a Osborne House sull’Isola di Wight, dove morì nel 1901.

Curiosità

Ci furono tre tentativi di assassinare la regina Vittoria, ma nessuno andò in porto. Nel 1840 Edward Oxford sparò due colpi di pistola verso la Regina, incinta, durante una passeggiata con il marito ma nessuno dei due colpi centrò il bersaglio. Nel 1842 John Francis le puntò la pistola addosso mentre passeggiava in carrozza ma la pistola non emise alcun colpo. Qualche giorno dopo John William Bean tentò di sparare contro Vittoria con una pistola caricata con carta e tabacco.

STATUA IN MARMO DELLA REGINA VITTORIA

In conclusione…

Questa è la vita di Vittoria di Inghilterra, una regina straordinaria, senza paura di prendere decisioni e sempre desiderosa del cambiamento e dell’evoluzione. Una regina che può anche andare a rappresentare la fortezza dell’animo femminile. Le sue imprese hanno cambiato la storia dell’Inghilterra rendendo tale Paese quello che attualmente è. La monarchia costituzionale, ancora attiva, rappresenta il simbolo del regno Unito, ma soprattutto la regina lo rappresenta, con le sue cerimonie politiche, con Buckingham Palace, le guardie reali…

Trailer del film “The young Victoria”
Emily Blunt

In questo giorno cadono i cento anni dalla sua morte. Stiamo parlando di un secolo, dove le conseguenze del potere della regina sono ancora ben visibili. Per commemorare questa donna straordinaria è stata creato un film dove possiamo trovare tutti i misteri e gli intrighi che fanno parte di una vita reale. Intitolato The Young Victoria è un film del 2009.  Vittoria è interpretata da Emily Blunt. Il film ha vinto un Premio Oscar nel 2010 per i migliori costumi.

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Amo il mio nome, dotato di una duplice sfaccettatura: dolce e affettuosa, ma, al contempo, forte e decisa. Mi chiamo Camilla e il mio carattere rispecchia questa duplicità. Amo scrivere e leggere romanzi, anche storici, perché possono farci vivere momenti di vita passata da non dimenticare. Però i libri fantasy e di fantascienza mi hanno aperto le ali della fantasia, portandomi a trovare sublime anche la più minuziosa descrizione. Amo l’aria aperta, vivere ciò che può essere vissuto, percepire il vento sulle guance e i raggi solari che si intrecciano alle ciglia. Mi piace l’attività fisica: da cinque anni pratico tennis, seppur la mia carriera sportiva nasca con la danza classica e la pallacanestro. Suono il pianoforte che, al pari di me, è dotato di note alte e basse, tasti bianchi e neri. Apprezzo tutte le materie nelle loro diversità: da quelle umanistiche centrate sul pensiero, la filosofia e l’animo umano fino a quelle scientifiche che con numeri e formule ci portano alla statistica, al concetto illuminista e alla ragione. Avere 15 anni vuol dire trovarsi nell’inquieta adolescenza, da attraversare e vivere cercando di trovare ogni giorno la sfaccettatura migliore.

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