Come ben sappiamo, Pasqua è una delle festività più sentite e apprezzate non solo dalla nostra Italia, ma dal mondo intero. Nonostante, per il secondo anno di fila, siamo stati costretti a festeggiare “in piccolo” a causa delle disposizioni anti contagio, il magico spirito che avvolge questa giornata è sempre vivo nelle sue usanze più comuni.
La data della Pasqua, variabile di anno in anno secondo i cicli lunari, cade la domenica successiva al primo plenilunio della stagione primaverile, determinando anche la cadenza di altre celebrazioni e tempi liturgici, come la Quaresima e la Pentecoste.
Essa è caratterizzata da molte tradizioni, diverse non solo da stato a stato ma anche, parlando dell’Italia, da regione a regione, spesso viste in un’ottica d’insieme grazie alla volontà di reinterpretare e rivivere la resurrezione di Cristo con celebrazioni religiose e riti in onore di questa giornata: è una delle date più importanti per quanto riguarda la comunità cristiana.
Nonostante ciò, per molti è anche un’occasione per festeggiare l’arrivo della primavera e delle più calde temperature, mangiando simpatiche uova di cioccolato e aspettando la conclusione della pausa festiva, Pasquetta.

Quando si parla di Pasqua, non si può certamente non parlare di cibo: ogni regione Italiana possiede un’usanza specifica per quanto riguarda i cibi pasquali. I prodotti stagionali sono all’ordine del giorno durante questo periodo, soprattutto per quanto riguarda frutta e verdura, mentre la maggior parte delle ricette di questa grande festività è a basa di agnello. Esso, sin dall’Antico Testamento, rappresenta il sacrificio e dunque i Cristiani lo vedono come immolazione di Cristo: in passato la carne era molto costosa, perciò non era di routine trovarla ad un pranzo o ad una cena. Veniva consumata in occasioni speciali, quindi da quel momento l’agnello in tavola significava avere qualcosa di importante da celebrare.
Le uova rappresentano, già nella cultura pagana, la rinascita, il passaggio dall’inverno alla primavera l’unione tra la terra e il cielo, mentre al contrario, con la tradizione Cristiana vanno a simboleggiare la Resurrezione e la speranza nella vita eterna dei Cieli: il guscio invece simboleggia la tomba dalla quale esce un essere vivente, così come il sepolcro, concretamente vuoto, rappresentaa in realtà la possibilità di una rinascita dopo la morte, verso la vita ultraterrena. In molti paesi, come ad esempio in Gran Bretagna ma anche in Italia, le uova vengono colorate. Questa usanza nasce dalla leggenda secondo cui, dopo il ritrovo del sepolcro vuoto di Gesù da parte di Maria, la straordinaria e impensabile notizia venne data ai discepoli. Pietro replicò dicendo che ci avrebbe creduto solo se le uova di un cestello vicino sarebbero diventate rosse: inutile dire che successe proprio questo. L’uovo più tipico da gustare a Pasqua è quello sodo, magari accompagnato da qualche verdura, ma possono comunque trovare altri modi originali di riproporlo, ad esempio con qualche salsa sfiziosa.

Il dessert per eccellenza dopo il pranzo pasquale, oltre alla celebre pastiera napoletana, e che non può mai mancare indipendentemente da dove ci troviamo, è l’uovo di cioccolato, amato da adulti e bambini per la sua dolcezza e le sorprese che contiene: oggi si trovano di tutti i gusti e tutte le dimensioni, sia casalinghi che non.

Spostandoci sul suolo Veneto, nella nostra regione non c’è Pasqua senza la “focaccia”, dolce tradizionale che può assumere anche la forma di “colomba”. La tradizione è antichissima e risale alle prime feste cristiane in ricordo della Resurrezione di Gesù, quando la ricorrenza era celebrata con straordinaria solennità in tutte le comunità legate a questa religione. Nel Veneto, il Cristianesimo ha fatto il suo ingresso già in epoca apostolica. La nostra regione fece proprie alcune delle tradizioni orientali, come il pane benedetto a Natale, il pane dolce di Pasqua e le uova che, come accennato prima, sono simbolo della primavera e della vita che rinasce nella natura e nel Cristo risorto.
Esattamente un’anno fa, 12 aprile 2020, festeggiavamo questa grande ricorrenza chiusi in casa, solo con in nostri familiari più stretti, lontano dalla nostra quotidianità a causa delle disposizioni anti Covid. Quest’anno la situazione si è ripetuta, lasciando in zona rossa l’intero paese durante le festività pasquali (3,4 e 5 aprile) per limitare assembramenti e spostamenti: non ci si è potuti spostare tra regioni o uscire di casa se non per motivi di salute o di lavoro, rispettando il coprifuoco.