
Il blocco del Canale di Suez è durato sei giorni, ostruito da una delle più grandi navi mercantili del mondo, incastrata di traverso tra le sponde del passaggio, fungendo da tappo. La gigantesca nave portacontainer giapponese Ever Given, bloccata dal 23 al 29 marzo con a bordo 20mila casse di metallo piene di merci, si era incagliata per una manovra sbagliata nel mezzo di una furiosa tempesta di sabbia che ostacolava la visibilità.

Questo evento fa riemergere il ricordo di un’incredibile storia del 1967, quando ci fu un altro blocco del Canale di Suez, durato però otto anni, causato da ben 15 navi di diverse nazionalità. I loro equipaggi costituirono una sorta di repubblica marinara per aiutarsi a vicenda e trascorrere il tempo insieme. Vennero persino organizzate delle gare sportive, delle sottospecie di Olimpiadi, e furono anche emessi francobolli per la posta dei marinai. Le navi erano poste una accanto all’altra e furono chiamate la Flotta Gialla per il loro colore dovuto alla sabbia del deserto.
La storia della Flotta Gialla
Tutto ebbe inizio il 5 giugno 1967 con un conflitto armato. L’aviazione israeliana attaccò di sorpresa quella egiziana scatenando così la Guerra dei Sei Giorni. Nel frattempo 15 navi mercantili europee e americane stavano percorrendo il canale, completamente ignare di essere finite in trappola. Entrambe le estremità vennero infatti chiuse dal leader egiziano Nasser il quale, temendo che gli Israeliani prendessero il controllo del passaggio, fece affondare delle vecchie navi così da renderlo impraticabile. Quattordici delle navi furono costrette ad ancorare nella parte più ampia del Canale di Suez, il Grande Lago Amaro, mentre l’americana Observer dovette ancorarsi nel lago Timsah.

Con la guerra che aveva lasciato gli Israeliani in possesso dell’intera sponda orientale del canale, il presidente egiziano decise di mantenere il canale chiuso a tutte le navi a tempo indeterminato, poiché l’unica alternativa sarebbe stata quella di consentire agli avversari di usarlo, il che era una cosa inaccettabile per il governo egiziano. Durante gli otto anni, gli eserciti nemici si affrontarono l’uno contro l’altro su entrambi i lati del Canale di Suez.
Egitto e Israele consentirono il rimpatrio dei pochi passeggeri imbarcati, mentre i marinai restarono bloccati a bordo per non lasciare la flotta incustodita. Si organizzarono così dei turni di controllo, ma occupare il tempo stando fermi, senza fare manovre e sotto il sole rovente, diventò il problema principale.

Nello stesso anno quindi, gli ufficiali e gli equipaggi di tutte le quattordici navi si incontrarono sul Melampus per fondare la Grande Associazione del Lago Salato (Great Bitter Lake Association), nata per offrire supporto reciproco. I membri dell’equipaggio continuarono a incontrarsi regolarmente a bordo delle loro navi, organizzando eventi sociali e anche i “Giochi Olimpici del Lago Amaro“, con ben 14 discipline sportive, contemporaneamente alle Olimpiadi estive del 1968 a Città del Messico. Si proiettarono film sul mercantile bulgaro Vasil Levsky , si svolsero gare di pallanuoto nella piscina della nave svedese Killara e funzioni religiose sulla motonave tedesca Nordwind.
Sulle navi ingiallite dalla sabbia gli equipaggi stamparono francobolli di fantasia per ribadire l’indipendenza della comunità e li incollarono sulla posta indirizzata ai loro Paesi, che spesso arrivò inaspettatamente a destinazione.
Intanto passarono gli anni e nel 1972 gli ultimi marinai dell’Associazione vennero rimpatriati. L’anno dopo, in seguito a un altro conflitto tra Egitto e Israele, il governo del Cairo dichiarò aperto il Canale di Suez, ma ci vollero due anni interi per liberarlo dagli ostacoli, tra i quali la Flotta Gialla non più in grado di muoversi. Il 5 giugno 1975, a otto anni dalla chiusura, il canale tornò ad essere agibile.
Da allora la Great Bitter Lake Association esiste solo nel cuore di quei marinai che mostrano orgogliosi il distintivo con l’ancora e quei francobolli che hanno fatto la fortuna dei collezionisti di memorabilia storici.