Quante volte ci siamo sentiti dire che un nostro consiglio, essendo stato trovato su internet, fosse un po’ inaffidabile?
E quante volte invece siamo stati proprio noi a storcere il naso sentendo un’amica concludere il suo discorso, fino a quel momento molto convincente, ad esempio su come rimediare ad una macchia sul tappeto con la frase “l’ho visto su internet”?
Questo scetticismo deriva dal fatto che quasi tutti hanno la possibilità di creare, pubblicare e diffondere online informazioni sui più svariati argomenti, perciò i risultati ottenuti dopo aver digitato sul motore di ricerca non sono sempre scritti da esperti o da persone competenti in materia.
Inoltre, in questo periodo di pandemia, una maggioranza crescente di persone si informa su internet per conoscere notizie che riguardano il mondo, la politica, l’economia… ma anche temi più leggeri ad esempio come rilassarsi, o un rimedio dall’infestazione di formiche, oppure un nuovo gossip su qualche figura importante.
Come conseguenza dell’incremento delle ricerche sul web per consultazioni considerando che è permesso a tutti scrivere e pubblicare notizie online, il fenomeno delle fake news ha cominciato a circolare ancora di più.
Cos’è una fake news?
Come si può leggere dalla definizione qui sopra, una fake news (tradotta in italiano come “notizia falsa” o “bufala mediatica”) è una parola usata per descrivere un’informazione non vera, in parte o totalmente, diffusa attraverso il mondo del web.
Per parlare di questo argomento bisogna distinguere le fake news divulgate in modo intenzionale e non intenzionale.
Infatti, può capitare che la persona che scrive l’articolo non controlli bene le sue fonti e che quindi basi il suo testo su uno o più elementi non corretti, ma generalmente se a pubblicare un articolo è un giornalista professionista questa mal attenzione non emerge.
Ovvio che in questi casi l’errore non è fatto in modo intenzionale, quindi la fake news non ha il fine ultimo di condizionare le opinioni e le discussioni pubbliche, ma comunque incrementa la disinformazione e può avere questo effetto.
Più spesso invece esse contengono informazioni false inserite deliberatamente con l’obiettivo di attirare l’attenzione grazie al contenuto narrato e di influenzare l’opinione altrui.
La diffusione di fake news per intervenire sul pensiero pubblico riguardo ad un determinato argomento non è una nuova strategia, infatti fin dalla nascita della carta stampata c’erano titoli entusiasmanti o articoli che diffondevano bufale, ma di certo con l’arrivo del digitale, le notizie fittizie sono diventate un fenomeno online molto più difficile da controllare.
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Questo è dovuto al fatto che adesso le fake news possono raggiungere un alto grado di visibilità in un tempo molto breve perché per condividere un post sui social media ci vuole un attimo, soprattutto se per diffondere la notizia si usano social bot, bot programmati che simulano utenti umani.
Le fake news possono avere il fine di manipolare il pubblico per il raggiungimento di determinati obiettivi politici o commerciali, ma può essere anche quello di portare più click alla pagina web su cui la notizia pubblicata e quindi più entrate pubblicitarie attraverso titoli accattivanti e sensazionali (fenomeno del clickbait).
Come non cascarci?
Mentre a volte alcune notizie sono palesemente false, altre sono descritte così bene e potrebbero effettivamente essere così reali che è difficile non prenderle per vere, anche se forse con un minimo tentennamento.
Come fare quindi per non cadere nell’inganno per cui queste notizie sono state create? Ecco alcuni semplici consigli:
Se la notizia si trova su un sito:
- Controllare il sito. Osservare la tipologia di articoli generalmente pubblicati, i commenti, le visualizzazioni…
- Confrontare l’URL (Uniform Resource Locator, la sequenza di caratteri che identifica un indirizzo web). Spesso questi siti cercano di imitare lo stile e la programmazione delle testate più famose, talvolta spacciandosi per esse. Se si pensa che la notizia sia falsa e quest’ultima è riportata da quella che sembra una testata importante, controllare l’URL nella riga del browser. Le differenze possono essere minime, come un trattino al posto del punto oppure parti finali differenti (.net, .it, .com)
- Chi è l’autore? Provare a vedere se c’è nome e cognome dell’autore dell’articolo e farsi un idea se è un nome probabile. Guardare poi di cosa parlano e come sono gli altri articoli scritti da lui.
- Verificare foto e video. Negli articoli fake spesso vengono usate foto che a primo impatto possono sembrare del tutto coerenti con l’argomento trattato, ma in realtà, se la notizia è falsa, le foto o i video vengono estrapolati dal loro contesto originale. Per verificare la loro veridicità osservare con attenzione ad esempio cartelli stradali, cartelloni pubblicitari, targhe automobilistiche e controllare se corrispondono alle presunte informazioni sulla posizione.
- Se la notizia si trova sui social media, il discorso è molto simile a quando si trova sui siti, quindi bisogna verificare le immagini e i video, controllare l’autore e la page in cui è riportata la notizia (il numero di followers e seguiti, se ha la spunta blu del verificato, la tipologia di contenuti che posta, da quanto esiste l’account…)

Cosa fare se se ne trova una?
Tutti i cittadini di fronte a una fake news hanno il dovere di limitarne la diffusione.
Ad esempio se, come capita spessissimo in questi giorni, ci arrivano messaggi su Whatsapp di vaccini anti covid che fanno male o terapie naturali miracolose è opportuno non girarli ai nostri contatti, cercare di smontare la fake news e mandare al mittente la nostra indagine.
La Polizia Postale offre poi un servizio dove segnalare le informazioni false e potenzialmente dannose per il singolo e la società, quindi ci si dovrebbe connettere al sito ed effettuare la segnalazione.
Dopo l’avviso, i detective della Polizia di Stato effettueranno i controlli opportuni ed eventualmente rimuoveranno i contenuti dal web, proteggendoci dalle bufale.
Come si comportano i social network in merito alle fake news?
Sempre più social media sono attenti e reagiscono alla richiesta di migliori misure di controllo contro la diffusione di fake news.
Proprio l’anno scorso, nel 2020, diverse piattaforme hanno aggiornato il loro modo di agire, questo è dovuto anche alla crisi del coronavirus e a molte teorie di cospirazione che si sono diffuse.

Ogni piattaforma gestisce le bufale in modo diverso, YouTube a maggio 2020 ha rivisto le linee guida della comunità in modo da permettere alla piattaforma stessa di cancellare i video che divulgano contenuti fasulli.
Nello stesso mese Twitter ha effettuato un controllo su diversi tweet, tra cui sono spiccati quelli dell’ex presidente statunitense Trump con affermazioni non dimostrabili sul voto per posta.
Facebook invece collabora con più di 50 organizzazioni indipendenti per la verifica dei fatti, tuttavia purtroppo non controlla ancora post e pubblicità di rappresentanti politici.
Anche la Commissione UE si è espressa a riguardo nel giugno 2020 con la pubblicazione di nuove linee guida per contrastare la disinformazione attraverso i social network, i quali in futuro dovranno presentare i rapporti mensili sul numero, il contenuto e la gamma delle notizie fasulle e gli utenti che le diffondono.
Le piattaforme dei social media sono quindi chiamate a combattere attivamente le campagne di disinformazione con notizie e informazioni basate sui fatti e sulla realtà provabile.