
Nata a Nuoro, nel 1871, Grazia Deledda frequentò la scuola solamente fino alle elementari per poi ricevere un’istruzione privata a casa. Imparò l’italiano e il francese e studiò la letteratura italiana, inglese, francese e russa dell’epoca.
Il suo tutore, accortosi delle sue attitudini naturali allo studio della letteratura e alla scrittura, la incoraggiò a cimentarsi in un libro e, in seguito, anche a pubblicarlo. Grazia realizzò in questo modo il suo sogno più grande, quello di scrivere. Le sue opere più famose sono sicuramente romanzi e racconti, ma fu autrice anche di poesie, opere teatrali e racconti per bambini.
Grazia scriveva solo in italiano, nonostante la sua lingua madre fosse quella sarda, e una costante delle sue opere era la nostalgia, molto radicata nella cultura del suo territorio. Tra le sue opere più famose troviamo “Canne al vento”, romanzo in cui prevale la contrapposizione tra le antiche tradizioni contadine sarde e il mondo borghese continentale, e “La madre”, che tratta il fanatismo e la superstizione della sua terra, descrivendo la lotta perenne tra la sorte già segnata e il desiderio di sfidarla. Famoso è anche “Dopo il divorzio”, romanzo dedicato al tema della rivendicazione del divorzio, facendo approvare la legge grazie alla finzione narrativa.

Sin da piccola, Grazia aveva deciso di contare solo su sé stessa e di non dipendere da nessuno. Riuscì così a non diventare una donna con i valori della casalinga dedita esclusivamente alla vita domestica e devota al marito, secondo i criteri del tempo, anche se non adottò quelli del femminismo più estremo. In questo modo però si procurò molti sguardi di diffidenza sia dagli uomini sia dalle donne, ma ciò non la fermò dal sostenere sempre i suoi pensieri così progressisti per quel tempo.
Per il romanzo “La madre” e le altre pubblicazioni, Deledda vinse il Nobel per la Letteratura nel 1926, all’età di 55 anni, dopo una vita dedicata a scrivere storie ambientate nella sua terra natale, isola ancora immersa in una affascinante e antica cultura.

A 150 anni dalla sua nascita, Grazia Deledda rimane uno dei simboli più autentici di un’epoca letteraria segnata dal passaggio dal Verismo al Decadentismo e un esempio di donna che ha continuato per tutta la vita a seguire i suoi sogni senza fermarsi davanti ai giudizi delle altre persone.