Scoperto un nuovo gioiello della natura nell’Oceano Pacifico

Nascosta tra le profondità del Pacifico Meridionale, negli ultimi giorni è stata scoperta una nuova barriera corallina. L’ecosistema ha subito colpito i ricercatori oceanografici grazie alle sue singolari caratteristiche che gli hanno permesso di rimanere incontaminato dalla mano dell’uomo.

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Dans le cadre du projet “1 Ocean, le grand témoignage sur l’Océan” mené en partenariat avec l'UNESCO, une équipe menée par le photographe plongeur Alexis ROSENFELD et la scientifique Laetitia HEDOUIN, chercheuse au CNRS - CRIOBE vient d’effectuer une mission d’exploration d’envergure sur un récif corallien profond en plein coeur du Pacifique. Doté d’une couverture corallienne exceptionnellement élevée, ce site présente un important intérêt pour les scientifiques. Il pourrait s’agir de l’un des plus grands récifs profonds au monde, dans un état de conservation inégalé. Ce récif corallien unique s’étend sur plusieurs hectares et inspire à son spectateur un indescriptible sentiment de magie. “Il s’agit d’un décor à perte de vue, recouvert de ces coraux en forme de roses géantes qui tapissent le fond. Elles me font penser à l'œuvre d’un grand couturier. “ nous explique le photographe.
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A largo delle coste di Tahiti, nel mezzo dell’Oceano Pacifico Meridionale, alcuni ricercatori oceanografici durante un’immersione hanno scoperto una nuova barriera corallina che, per la sua lunghezza di circa tre chilometri, è considerata dall’UNESCO una delle più grandi al mondo.                                                                                                                                    

Si tratta di un rinvenimento tutt’altro che comune, che ha colpito fin da subito gli scienziati e ha suscitato in loro molte domande.

Un “giardino fiorito” unico nel suo genere

La Polinesia, luogo della scoperta, negli ultimi anni ha visto un peggioramento delle condizioni delle sue barriere coralline, a causa dell’azione aggressiva dell’uomo e della recente eruzione del vulcano Tonga. Tuttavia, inaspettatamente, l’ecosistema appena scoperto non è stato danneggiato, scatenando perciò la curiosità di molti. Solitamente i coralli si sviluppano a non più di 25 metri, mentre, in questo caso, si trovano tra i 30 e i 65 metri di profondità.                                                                            Per gli studiosi questa è stata la salvezza dell’ecosistema. A tale distanza la luce solare riesce, in quantità minore, a raggiungere i coralli e a permettere la loro sopravvivenza. Allo stesso tempo anche l’attività dell’uomo non provoca gravi danni. Se scientificamente la barriera ha attirato molto interesse, anche la sua bellezza non è da meno. Grazie alla forma particolare dei coralli, che assomigliano a delle gigantesche rose dal diametro di 2 metri, sembra di nuotare in un giardino fiorito sott’acqua

I coralli a forma di rosa ritrovati nel fondale

Un mondo sempre più in pericolo

La barriera corallina è un ambiente sottomarino dei mari tropicali ed è costituito principalmente da coralli. Si tratta di animali, riuniti in colonie, che ricevono il proprio fabbisogno energetico da un’alga unicellulare presente nei loro tessuti. Per le elevate temperature e i gas serra, assorbiti dall’acqua, i coralli tendono ad espellere queste alghe, perdendo la loro fonte di vita e il colore brillante. Il fenomeno è detto sbiancamento e ha colpito la maggior parte degli ecosistemi marini, compreso quello in Polinesia.

Questa nuova barriera corallina rappresenta una speranza per la salvezza e la salvaguardia di un mondo sottomarino che sta cercando di adattarsi a un ambiente sempre più nocivo. Molti infatti si chiedono se anche questa barriera verrà danneggiata o riuscirà a rimanere intatta e incontaminata.

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