Durante una spedizione nel Mare di Weddell, svoltasi tra febbraio ed aprile 2021, per studiare la correlazione tra la temperatura dell’acqua, lo scambio di materia e la formazione di strutture comunitarie bentoniche, un gruppo di ricercatori, coadiuvati da A. Purser, ha scoperto per caso un’enorme colonia riproduttiva di Neopagetopsis ionah, più comunemente noto come pesce ghiaccio di Giona.
La grande comunità di pesci ghiaccio di Giona è stata individuata nella parte meridionale del mare di Weddell, in Antartide, tra i 420 e i 535 metri di profondità. La colonia, estesa per almeno 240 chilometri quadrati sul fianco orientale del canale di Filchner, è la più grande “nursery” di pesci ghiaccio di Giona che sia mai stata individuata finora.
Fatto sorprendente è che il numero di uova presenti all’interno dei nidi supera del 25% quello misurato nell’altra colonia della stessa specie localizzata nell’estremo sud del canale.
I ricercatori ritengono che vi sia una biomassa di pesci pari a 60.000 tonnellate e che vi siano circa 60 milioni di nidi attivi, in quanto hanno rilevato una densità di 0.26 nidi per metro quadrato con all’incirca 1735 uova per nido.
Questa grande presenza di pesci e di uova sembra fornire cibo a specie predatorie come la foca di Weddell, ma anche ad animali più piccoli, come i Pycnogonidi, artropodi marini simili a ragni, supportando quindi la richiesta dei ricercatori per la creazione di un’area marina protetta.
Il pesce ghiaccio di Giona
Il Neopagetopsis ionah è un piccolo pesce lungo tra i 10 e i 15 centimetri che vive generalmente nell’Oceano Antartico a profondità comprese tra i 20 e i 900 metri.
E’ stato scoperto per la prima volta nel 1947 dall’ittiologo svedese Orvar Nybelin e deve il suo nome comune ad un riferimento al suo ritrovamento nello stomaco di una balena come il profeta biblico Giona.

Questo pesciolino di colore verde nerastro, con il ventre biancastro, ha una spina dorsale protesa in avanti verso il muso e possiede delle creste, ciascuna delle quali termina con una spina.
Ogni nido, creato dal pesce ghiaccio di Giona a forma di ciotola per evitare che le uova vengano trasportate dalle correnti bentiche, è custodito da un pesce adulto che fa da guardiano ai futuri nascituri.
Come la maggior parte dei pesci appartenenti alla famiglia dei Cannictidi, anche il N.ionah ricopre la base del suo nido di ghiaino e rocce di colorazione e forme diverse per favorire l’aerazione e la pulizia delle uova.
La famiglia dei Cannictidi si è adattata per riuscire a sopravvivere alle bassissime temperature delle acque antartiche, modificando la vischiosità del sangue; infatti, una caratteristica molto particolare di questi pesci è il colore biancastro del sangue, dovuto alla mancanza di globuli rossi ed emoglobina visto che, a tali profondità e temperature, l’ossigeno presente nell’acqua è molto più assorbibile e dunque rende superfluo l’uso dei globuli rossi.
Altre scoperte in arrivo
I ricercatori ipotizzano che ci sia una così grande presenza di N. ionah in questo sito a causa della temperatura dell’acqua, di circa 2°C più calda rispetto alle zone limitrofe; questo la rende più adatta alla riproduzione e più appetibile per questo animale.
Purtroppo, si sa ancora poco rispetto alle ragioni per cui il pesciolino abbia deciso di nidificare in questa zona, ma grazie al continuo monitoraggio che verrà compiuto nel prossimo anno sulla colonia riproduttiva, utilizzando macchine fotografiche specializzate, forse riusciremo a scoprire di più sul Neopagetopsis ionah.
Rimangono numerosi interrogativi da risolvere: i nidi vengono riutilizzati? Come si comportano i pesci adulti prima e dopo la schiusa delle uova? Le foche di Weddel cacciano attivamente in questa zona?