La poesia: una terapia senza controindicazioni

Dopo secoli in cui si pensava che le malattie potessero essere curate soltanto con “tecniche scientifiche”, oggi anche la poesia è riconosciuta come un’efficace medicina, per molte patologie.

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La lettura di un testo poetico potrebbe risultare incomprensibile agli occhi delle persone, specie se non ci si focalizza sulle parole, che scorrono fluide nella nostra mente come una piacevole melodia.

La poesia, invece, ha una forza speciale: coinvolge, sorprende e commuove, ma soprattutto riflette lo stato d’animo di chi legge o scrive. Riesce a far emergere, infatti, i sentimenti più profondi e difficili da affrontare.

La poesia appartiene all’uomo, perché grazie ad essa ci poniamo l’antica e irrisolta domanda sul senso delle cose e quindi anche del dolore, della malattia e della morte.

I versi, le ballate ed i sonetti sono la nuova cura che, a differenza della medicina tradizionale, utilizza la poesia terapia, disciplina che usa le liriche come supporto come vera e propria terapia in diversi ambiti, dallo sviluppo infantile fino all’ospedalizzazione.

Nata negli anni ’70 in America, con la fondazione dell’APT (Association of poetry therapy,) è successivamenteapprodata in Italia, alla fine degli anni ’90, ottenendo grandi successi.

La particolarità che la caratterizza è un approccio dolce, ma estremamente efficace, permettendo in questo modo di affrontare un periodo difficile della propria vita o per alleviare il dolore e la paura, che inevitabilmente si prova innanzi a malattie, anche mortali.

Durante le sedute di poetry therapy, il paziente scrive dei piccoli componimenti o legge poesie di autori. La seduta consente al paziente di affrontare i propri sentimenti, poiché si trova in condizione di analizzare le poesie che ha scritto o ascoltare quelle degli altri.

Perché la poesia cura l’anima?

La poesia è un’espressione creativa che permette di rielaborare positivamente anche gli stati d’animo e le difficoltà più serie. Nella poetry therapy si distinguono tre fasi:

  • La fase introspettiva, in cui avviene una specie di immersione nel proprio sentire; la persona in questo modo si interroga sulla verità del suo stato d’animo, ammettendola e riconoscendola;
  • La fase di sintesi: grazie alla poesia è possibile realizzare un riassunto efficace, capace di spiegare tutte le sfaccettature del proprio malessere. Non è come la scrittura o lettura di un diario in cui si può descrivere passo a passo ciò che si prova, ma si cerca di semplificare l’idea che si ha dei propri problemi ricercandone l’origine.
  • Nella fase di trasformazione, invece, colui che affronta la terapia riesce ad associare sempre un’emozione a una metafora, completando di fatto il percorso di comprensione del proprio sentimento.

Grazie a tutte queste fasi, la poesia riesce a diventare una terapia, in cui i sentimenti più negativi vengono rielaborati, per essere affrontati.

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