Lo schwa è una lettera che si trova nell’alfabeto fonetico internazionale ed è una vocale intermedia che si pronuncia tenendo la bocca rilassata. Si sta iniziando a usare lo schwa, che si scrive come una “e” capovolta, perché nella lingua italiana esiste solo il genere maschile o femminile, nonostante derivi in parte dal latino che aveva il neutro, ma non era utilizzato per le persone e questo rappresenta un problema per le persone non binary (persone che non si riconoscono completamente né nel genere maschile né in quello femminile).

Inoltre, essendo l’italiano una lingua che solitamente usa il maschile sovraesteso, per esempio se c’è un gruppo di 10 persone e sono tutte femmine tranne un maschio l’italiano userà comunque il maschile, lo schwa va a risolvere anche questo problema. Si tratta più che altro di un esperimento, una prova che ha maggiormente il ruolo di sollevare un problema.
Ma lo schwa ha lo stesso significato per tutti? Prendiamo un ragazzə natə nella generazione Z (tutti quelli nati tra il 1995 e il 2010) e un genitore nato nella generazione X (tutti quelli nati tra il 1965 e il 1980) come sarà il loro rapporto con questo cambiamento? Il figliə sicuramente avrà meno problemi al riguardo essendo natə nel mezzo di questo periodo di cambiamento, non è una cosa nuova, è attuale. Ma per il genitore si tratta di un cambiamento importante, una cosa nuova che può lasciare un po’ di confusione; sicuramente capirà la situazione e non avrà problemi a includere queste novità ma gli si può davvero chiedere di cambiare il modo in cui ha sempre parlato? Si dovrebbe essere tolleranti con loro, purché rispettino la questione ovviamente, perchè non si tratta di cattiveria se evitano di usare lo schwa, ma solo di abitudini.