La geopolitica studia le relazioni tra la geografia umana territoriale e l’azione politica e indica i problemi che hanno origine dall’ordine territoriale. Questa disciplina, nonostante sia nata nel 1899 con un termine coniato da Rudolf Kjellén (Torsö, Skaraborg, 1864 – Uppsala 1922) politologo e geografo svedese, non ha ancora una definizione unica e condivisa.
Questo termine ebbe successo a cavallo tra le due guerre mondiali soprattutto nella geografia politica tedesca, da cui si sviluppò una scuola di geopolitica guidata da Haushofer Karl (Monaco di Baviera 1869 – Hartschimmelhof, Pähl, 1946) cultore di geopolitica. Non molto tempo dopo la sua fondazione questa scuola cominciò un’involuzione verso forme estreme di determinismo che portarono verso la legittimazione della politica espansionistica e razziale del regime nazista. Per questo motivo ci fu un grande discredito della geopolitica.
Questa disciplina fu ripresa negli anni Settanta del Novecento soprattutto sotto forma di studio delle relazioni internazionali fondate su rapporti di forza per il controllo degli spazi e delle risorse.
La collocazione della geopolitica all’interno di un campo è ancora incerta e ci sono diverse opinioni: alcuni la associano alla geografia politica, altri alle tendenze espansionistiche di stati e nazioni.
L’interesse per la geopolitica fu ripreso principalmente negli Stati Uniti d’America e nell’allora Unione Sovietica. In questi stati venne rivalutata la considerazione per i rapporti internazionali in chiave geografica.
La geopolitica attuale ha perso gran parte del suo carattere deterministico che aveva assunto alla sua nascita; questa disciplina è stata rivalutata principalmente perché prende in considerazione elementi che le analisi di scienze politiche internazionali avevano trascurato come l’accessibilità alle comunicazioni, alle risorse, ecc. e, in base alla disposizione geografica interpreta eventi politici accaduti in passato e prefigura scenari futuri.