Cos’è il Pnrr e perchè negli ultimi anni è diventato uno degli argomenti “caldi” del nostro Paese? Il Pnrr, come detto in precedenza, è il “piano di ripresa e resilienza” messo a punto dall’Italia per fronteggiare le difficoltà insorte negli ultimi anni anche a causa della pandemia da Covid-19 e si rifà al più ampio programma europeo che ha messo a disposizione degli Stati Membri 750 miliardi.
Il piano nazionale si compone di sei missioni, ovvero traguardi da raggiungere attraverso i finanziamenti, che richiamano parzialmente quelli presenti nel Ngeu detto anche Recovery Fund.

- missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Ogni piano nazionale dovrà includere il 20% di spesa per il settore digitale;
- missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica, a cui deve essere dedicato almeno il 37% del fondo;
- missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile;
- missione 4: istruzione e ricerca;
- missione 5: inclusione e coesione;
- missione 6: salute.
Quanto denaro è stato destinato all’Italia?
Il PNRR italiano prevede complessivamente 358 misure di cui 66 sono riforme normative e 292 investimenti economici. Ciascuna misura ha diverse scadenze da rispettare a cadenza trimestrale partendo dal 2021 fino al 2026. L’Italia è dunque vincolata con le istituzioni Ue a completare le scadenze e misure nei termini previsti.
La pena si traduce in una mancata erogazione dei fondi. La Commissione europea a questo proposito effettua ogni sei mesi controlli all’interno della nazione. All’Italia verranno consegnati in totale 210 miliardi di euro delle risorse del programma Next Generation Eu. A questi si aggiungono 81 miliardi derivanti dalla pianificazione europea del nuovo bilancio quinquennale.
La programmazione attuata dal governo italiano si basa particolarmente su tre priorità che sono allineate anche con quelle dettate dall’Ue, ovvero: Digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Il Pnrr costituisce la maggiore destinazione dei fondi del Ngeu, pari a 191,5 mld di euro, di cui quasi 50 miliardi saranno destinati alla transizione ecologica.

Al riguardo la premier del nuovo governo di centrodestra Giorgia Meloni in un’intervista dei giorni scorsi ha dichiarato: «Sul Pnrr sento e leggo cose che non esistono. Come il ministro Fitto ha già spiegato in diverse sedi istituzionali, governo e maggioranza stanno lavorando con la Commissione europea per risolvere alcuni problemi strutturali del Piano.
Ma il Pnrr, sia chiaro, non è un problema – sottolinea – ma una grande opportunità che il governo non si lascerà sfuggire, nonostante errori e ritardi che ha ereditato. Per questo siamo al lavoro per rimodulare il piano e risolvere le criticità, puntando su quei progetti per i quali i finanziamenti possono essere spesi entro la scadenza del Piano».
Non ci resta che attendere i prossimi mesi per vedere come il nuovo governo deciderà di impiegare questa somma di denaro, sicuramente molto elevata ma che comporta restrizioni e vincoli da valutare e considerare.