C’è stato un tempo, solo qualche decennio fa, che la località di San Giorgio, in Lessinia, era la meta sciistica preferita dei veronesi. Non perché ci fossero magnifiche e lunghe piste, per esempio come i famosi comprensori sciistici della Val Gardena oppure dell’Alta Badia, ma perché era a un’ora dalla città e poiché in fondo ci si sentiva a casa. C’erano le famiglie di Bosco Chiesanuova che venivano a sciare in giornata, i veronesi che prenotavano presso gli alberghi del paese come lo Sporting, il Valnera e il Nevada, i figli che percorrevano la pista mentre le mamme prendevano il sole dentro tute sgargianti e i papà al bar a commentare i fatti che leggevano sulla Gazzetta dello Sport.

Gli sciatori più bravi, pensando di essere sulle piste della Sasslong o sulla Streif, facevano fuoripista tracciando nuovi percorsi tra le rocce mentre gli sciatori della domenica, ovvero quelli meno bravi, imparavano questo sport al campetto scuola del Valon dove però non la pendenza non esisteva praticamente. Nel mezzo del paese era situato un grande parcheggio e attorno a ciò tanti appartamenti dove i veronesi investivano i loro soldi perché la conca di San Giorgio, a 1500 metri di altitudine, era considerata da loro come la loro Cortina, la loro montagna.

E adesso cos’è rimasto di tutto ciò? Dove è quel boom edilizio della fine degli anni ‘70? Ora, su quei rilievi dove si riversavano tante famiglie veronesi, restano i mozziconi degli impianti di risalita finché a breve verranno eliminati del tutto. Se fino a pochi anni fa, gli sportivi per qualche ora abbandonavano la città per utilizzare quegli impianti vintage per godersi un po’ di sole in mezzo alla neve, adesso non ci sono più neppure loro.
In questo momento troviamo solo alberghi chiusi, serrande abbassate, parcheggi vuoti e appartamenti in vendita che nessuno comprerà; sono però arrivati i soldi dello Stato per eliminare le ultime testimonianze di un periodo storico tanto caro ai veronesi che probabilmente in questa conca della Lessinia non tornerà più.