
Come ben sappiamo la figura di Leonardo Da Vinci è una delle più apprezzate ed ammirate nell’ambito artistico e culturale. Un vero e proprio genio che, in quanto tale, riuscì a spaziare con la sua arte andando a toccare molti altri campi come quello della scienza e, in particolare, dell’anatomia umana, andando così ad anticipare gli studi e le scoperte che avverranno negli anni successivi fino ad arrivare ai giorni nostri.
Rispetto ad ogni altro suo contemporaneo, infatti, personificò il modello di uomo ideale dell’Umanesimo e del Rinascimento come individuo affamato di conoscenza, i cui interessi non si restringono in un solo campo ma spaziano in tutti gli ambiti del sapere, partendo dalla musica, proseguendo con la pittura, la storia e arrivando a scienza, matematica e anatomia umana. L’accostamento di Leonardo al ramo della scienza dell’anatomia umana avvenne durante la sua giovinezza, quando frequentava, a Firenze, la bottega di Andrea del Verrocchio.

Tra gli artisti del Quattrocento era diffusa la dissezione dei cadaveri per studiare le forme del corpo umano, perché si pensava aiutasse a rendere meglio i corpi nelle opere d’arte. Il suo Uomo Vitruviano ne è esempio, ma si tratta solo di uno dei tanti tra gli innumerevoli disegni di Da Vinci; i suoi quaderni erano fitti di rappresentazioni grafiche di ossa, muscoli, scheletri umani e di appunti sul loro funzionamento.
L’organismo umano, definito come “la macchina perfetta” per eccellenza, abbagliò Leonardo, il quale voleva comprenderne il funzionamento e la composizione.

Tra i suoi disegni anatomici, uno in particolare affascina per la precisione e l’accuratezza dei dettagli: la rappresentazione di un feto prima della nascita, che ritrae una situazione, prima d’allora, completamente sconosciuta.
Compì numerose ricerche anche sull’occhio umano per capirne la visione tridimensionale. Per fare ciò, bollì un occhio di bue in una chiara d’uovo, per sezionarlo e studiarne l’interno. Da questo esperimento, scoprì la presenza di retina e nervo ottico, che andò a riportare graficamente all’interno dei suoi appunti.
Infine nel 1507, Leonardo eseguì un’autopsia su un uomo di cent’anni nell’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. Riuscì così ad attribuire al decesso una causa di carattere cardiovascolare: vi era stato un restringimento coronarico. Tramite queste ricerche pose le basi degli studi odierni riguardo all’aterosclerosi e alla cirrosi epatica.
Accanto alle analisi sistematiche del corpo umano, l’artista e scienziato affiancò anche caricature, volti umani esagerati e storpiati tramite i quali volle spingersi oltre al concetto di bellezza coniato fino a quel momento, palesando così un lato dell’essere umano mai esplorato fino ad allora: l’invecchiamento e la malattia. Se fino a quel momento, infatti, la bellezza era stata proclamata come una caratteristica anelata da tutti e attributo eterno, Leonardo per la prima volta ci mostra il suo lato opposto, ovvero le fragilità dell’uomo.
Ciononostante, di artisti brillanti ce ne furono molti, vedi Cimabue, Brunelleschi, Botticelli e molti altri. Basti pensare che Da Vinci commise errori durante la sua carriera: il Cenacolo è l’esempio più calzante, un capolavoro universale deteriorato dopo soli vent’anni a causa dell’utilizzo di un’errata tecnica d’affresco.
Eppure credo che, ancora una volta, siano queste fragilità a dimostrare la grandiosità di un tale artista, che a differenza d’altri è stato capace di vedere l’arte e la scienza non più come due poli opposti ma come due termini declinabili, dandoci una visione completa a 360 gradi dell’arte e insegnandoci a cogliere le sfaccettature che la rendono così complessa ma al contempo incantevole.
Ecco perché, a distanza di cinquecento anni, Leonardo Da Vinci viene ancora ricordato come un uomo straordinario.