Domenica sera a Houston una bambina di tre anni ha trovato una pistola semiautomatica carica nella camera da letto dei genitori, dove lei e sua sorella stavano giocando; la bambina, prendendo l’arma da fuoco, l’ha puntata contro sua sorella e ha premuto il grilletto uccidendola sul colpo. A riferire dell’accaduto è stato lo sceriffo della contea di Harris, Ed Gonzales. Nelle prossime ore verrà chiarita la dinamica e saranno appurate eventuali responsabilità imputate ai genitori per aver lascato l’arma carica e incustodita in un luogo sicuro e facilmente accessibile.
Non è la prima volta che succede una tragedia del genere in Texas, difatti è successa una tragedia simile a Wharton, il 3 febbraio di quest’anno dove un bambino di tre anni, trovando una pistola carica appartenente a sua madre, si è sparato, uccidendosi. Finora quest’anno ci sono state almeno 58 sparatorie involontarie da parte di bambini negli Stati Uniti, con 22 morti e 37 feriti. L’anno scorso ci sono state almeno 353 sparatorie involontarie da parte di minori, che hanno provocato 156 morti e 212 feriti.
Gli americani costituiscono circa il 4,4% della popolazione mondiale, ma possiedono il 42% delle armi di tutto il mondo. I dati registrati dal 1966 al 2012, dicono che 31% delle sparatorie di massa a livello globale ha visto il coinvolgimento di americani.
Secondo Lankford, professore dell’università dell’Alabama, le sparatorie di massa sono spiegate alla luce della facilità dall’accesso alle armi piuttosto che dal livello di violenza di base espresso dalla società. Anche la questione della salute mentale è da escludere visto che il tasso di gravi disturbi mentali registrati negli Usa sono in linea con quelli degli altri paesi ricchi. Lo stesso vale per l’uso dei videogiochi che non è più alto rispetto agli altri paesi così come non è possibile collegare le sparatorie di massa alle diversità razziali o ad altri fattori associati alla coesione sociale.