“Vengono abolite le maggioranze arcobaleno”. Così dice in conferenza stampa a seguito della riunione del Consiglio dei ministri tenuta nella mattina di venerdì 3 novembre la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Nella riunione si è discusso di cambiare quattro articoli della Costituzione introducendo l’elezione diretta del Presidente del Consiglio e abolendo i senatori a vita.
Cosa prevede la riforma?
- Primo: che i poteri del Presidente della Repubblica non vengano toccati, salvo per il fatto che l’incarico di formare il governo è dato al candidato che ha vinto alle urne.
- Secondo: il Presidente del Consiglio è eletto direttamente dal popolo con durata di cinque anni di premierato. La legge elettorale gli deve anche garantire di avere la maggioranza in parlamento.
- Terzo: una legge anti-ribaltone e anti-governo tecnico, per la quale, in caso il Premier si dimetta o venga dimesso per varie motivazioni, sarà un parlamentare eletto nella maggioranza che si prende gli stessi impegni e porta avanti le stesse promesse del presidente appena dimesso: in questo modo non ci saranno “maggioranze arcobaleno” come le definisce la Presidente Meloni. Tutto questo però solo una volta, se succede di nuovo il Presidente della Repubblica scioglie le camere e si ritorna alle urne.
- Infine si è discusso dell’abolire la votazione di nuovi senatori a vita, salvo i Presidenti della Repubblica, senza ovviamente togliere quelli già in carica.
Alcuni parlamentari dicono che sia troppo potere in mano a una sola persona, altri che sia una rivoluzione che metterà il cittadino in centro a alla democrazia dal momento che sarà lui stesso che voterà il premier.
Ai posteri l’ardua sentenza…












