Come riporta il sondaggio condotto dal Consiglio Nazionale dei giovani e dall’istituto Piepoli, il 65% degli Italiani auspica una maggior partecipazione dei giovani all’interno della politica.
Tuttavia, il sondaggio mette anche in luce come le persone di età superiore ai cinquanta non guardino con entusiasmo ad un loro precoce inserimento in ruoli apicali della vita politica, ritenendo i giovani ancora troppo immaturi per poter prendere decisioni di rilievo.
Va sottolineato anche come la maggior parte dei ragazzi di età compresa tra i diciotto e i venticinque anni apparentemente non risulti minimamente interessato alla politica: solo un ragazzo su tre, infatti, nutre interesse per tale ambito.
Non mancano, però, anche ai nostri giorni casi di “enfant prodige”, catapultati alla guida di uno Stato in età davvero precoce. È il caso del Primo ministro francese Gerard Attal che, a soli trentaquattro anni, è stato investito della seconda carica istituzionale del Paese.
Ben diversa la situazione in Italia. L’età media dei nostri rappresentanti all’interno del Parlamento Italiano è infatti di 51,2 anni e i parlamentari al di sotto dei quaranta sono solo 65; quelli nella fascia di età compresa tra i 25 ed i 29 anni sono pari allo 0,73%.
Uno dei grandi ostacoli che blocca la partecipazione giovanile alla vita politica attiva è costituito dalle barriere normative di accesso alle istituzioni: la differenza di età che intercorre tra quando si diventa maggiorenni e quando si può diventare deputati, senatori o europarlamentari, è piuttosto alta: bisogna infatti attendere i venticinque anni per accedere alla Camera, addirittura i quaranta per il Senato.
È questa una riflessione sulla quale ha recentemente posto l’attenzione la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani Maria Cristina Pisani, sostenendo la proposta di attuare riforme che portino ad una reale equiparazione del rapporto tra rappresentanza ed elettorato. Si potrebbe ad esempio iniziare con la modifica dell’età minima per accedere al Senato, abbassandola magari di qualche anno per non escludere i giovani da tale incarico.
Ma che cos’è il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG)? Per promuovere la partecipazione politica dei giovani un’apposita legge dello Stato (legge n.145/2018) ha istituito un organo consultivo, il Consiglio Nazionale dei Giovani (Https://consiglionazionalegiovani.it), cui è demandata la rappresentanza dei giovani nell’interlocuzione con le Istituzioni. Esso si avvale della collaborazione e del supporto di oltre 80 diverse organizzazioni che offrono esempi concreti di interazione proficua e durevole con le Amministrazioni pubbliche. La partecipazione alla vita comunitaria dello Stato, infatti, può essere espressa non per forza solamente attraverso il voto elettorale, diritto fondamentale di ogni cittadino, ma anche attraverso l’adesione ad una determinata organizzazione o associazione politicamente impegnata, la partecipazione a manifestazioni e l’impegno in organizzazioni non governative.
In conclusione, i giovani dovrebbero poter partecipare alla vita politica, aspirando a qualsiasi carica essi vogliano senza doversi sentire vincolati da limiti imposti per la poca fiducia che viene posta nei loro confronti.











