«Lascia il mondo un po’ migliore di come lo hai trovato», questa è la citazione più celebre del fondatore dello scoutismo, Robert Baden-Powell. Viene ripetuta di capo in capo, da generazioni, ed è di sicuro uno dei maggiori principi degli scout: un movimento no-profit che punta all’educazione e alla formazione dei giovani attraverso attività all’aria aperta ed esperienze di vita in comunità.
Un po’ di storia

In primo luogo diamo uno sguardo al passato e alla sua fondazione. B.Powell nacque nel 1857 a Londra e dopo una soddisfacente carriera militare nell’esercito britannico, che lo fece arrivare alla carica di Generale, scrisse un manuale indirizzato ad un pubblico di giovani. Nell’agosto del 1907 tenne un campo con 20 ragazzi sull’isola di Brownsea per concretizzare alcune sue teorie, pubblicando infine nel 1908 la versione definitiva del suo primo manuale chiamato “Scoutismo per ragazzi”.

Nacque così questo movimento che fin da subito ebbe un successo straordinario in tutta la nazione e in tutto il mondo. Nel 1920 si tenne a Olympia il primo jamboree mondiale, e da quel momento venne ripetuto fino ai giorni nostri ogni quattro anni circa e proprio l’anno scorso si è festeggiato il centesimo anniversario.

Che cos’è lo scautismo
Mettiamo fin da subito in chiaro che sarebbe sbagliato dire “faccio gli scout”, poiché “si è scout”! E’ uno stile di vita, un impegno, dove persone di tutte le età si ritrovano per vivere esperienze fuori dal comune, per divertirsi, ma soprattutto per imparare. Si impara ad essere indipendenti, a mettersi in gioco e a trovare soluzioni ai problemi più vari; ci si abitua alla vita non sempre facile, senza i soliti comfort a cui si è abituati, e ad aiutarsi a vicenda. E’ un percorso di crescita incentrato soprattutto nel contatto con la natura, attività all’aria aperta, il gioco e lo spirito di appartenenza ad una stessa comunità.

La vita di uno Scout non si trova soltanto nel campo estivo, solitamente di durata di due settimane, ma in tutto l’arco dell’anno ( anche se l’evento più atteso è proprio quest’ultimo!). Il tempo che lo precede è infatti fondamentale per creare spirito di unione e fratellanza all’interno delle squadriglie, mentre i novizi hanno l’opportunità di avere i loro primi approcci a questo mondo. Per questo progetto i ragazzi devono prima impegnarsi in progetti di autofinanziamento per poi permettersi ciò di cui hanno bisogno, non ci sarebbe infatti da stupirsi se un giorno, usciti da una chiesa la domenica mattina, li trovaste lì davanti a vendere biscotti, bevande calde o lavori artigianali!
Perché essere scout?

Credo quindi che queste esperienze possano dare tantissimo, regalano momenti che non si potrebbero vivere altrove: il montare una tenda, le chiacchiere e le scenette attorno al fuoco, la veglia notturna e le passeggiate, che sembrano infinite per gli zaini enormi e pesantissimi ma che, arrivati alla meta, si ricordano sempre con gioia. Tutto ciò porta alla creazione di un’unica grande famiglia dove ti senti incluso e apprezzato per come sei. Dove anche i ragazzi possono trovare dei veri modelli di vita da seguire e dei buoni amici con cui condividere i momenti più belli.