55 milioni di pagine, 40 milioni di iscritti, 15 miliardi di visitatori mensili, una visione di conoscenza libera accessibile a tutti. Dopo 20 anni dalla fondazione del gennaio 2001, Wikipedia, la più grande enciclopedia online a contenuto libero, è tra i 13 siti web più visitati al mondo. Il ventesimo compleanno cade proprio in questo 2021, nei decenni in cui l’uomo sembra sviluppare tecniche sempre più all’avanguardia, superare confini fisici e virtuali. Ma c’è qualcosa che non è mai cambiato nel corso della storia umana: l’ardente voglia di sapere.
La creazione
Wikipedia nasce il 15 gennaio 2001 dai cofondatori americani Larry Sanger, filosofo, e Jimmy Wales, imprenditore. L’idea, partita da Nupedia negli anni precedenti, è quella di un progetto online al quale tutti possano contribuire e modificare, condividendo conoscenze da qualunque parte del mondo. Inizialmente disponibile solo in lingua inglese, oggi le pagine di informazione sono redatte in oltre trecento lingue. Nel 2002 Jimmy Wales idea la Wikimedia Foundation e lancia il Wikizionario. Dopo l’entrata di Wikipedia nel Guinness dei primati come l’enciclopedia più grande al mondo nel 2008, la sua popolarità è stata solo in crescendo. Nel giro di tre anni sono triplicate le voci, dai 10 ai 30 milioni. Oggi se ne contano più di 55, visitate da oltre 15 miliardi di persone al mese. Nel 2009 Wikipedia viene inserita durante i Webby Awards tra i 10 cambiamenti più importanti per Internet del decennio. Il 15 giugno dello stesso anno, il Board of Trustees approva l’aggiunta della licenza libera Creative Commons alla GNU Free Documentation License, permettendo un più agevole scambio di contenuti con l’intera rete.

Ma questa libertà di conoscenza non è sempre esistita. Quante volte abbiamo risolto un dubbio, ricercato un evento, un termine, una persona su Wikipedia? Ormai lo facciamo di continuo, sottovalutandone il gran privilegio che si nasconde dietro ciò.
Fin dalle civiltà più antiche, la cultura era limitata a categorie di persone: classi aristocratiche o dirigenti, uomini, cittadini. Solo una piccola parte della popolazione sapeva leggere, la maggior parte viveva dove nozioni o notizie non sarebbero potute arrivare, o non aveva tempo poiché impegnata a sopravvivere. Con l’accrescersi di periodi di pace e benessere, le persone cominciarono a disporre di tempo. Tempo per leggere, scrivere, imparare. Tempo per pensare. Si cominciò a capire il potere divulgativo della cultura, quanto potesse elevare una società. L’imperatore romano Vespasiano e la sua riforma scolastica, monaci e monasteri, l’invenzione della stampa, correnti filosofico-politiche, invenzioni e scoperte scientifiche sono riusciti a dare i mezzi per la creazione di una cultura. Ma ciò che l’ha resa tale sono state interpretazione e condivisione tra le persone.
Da ieri a oggi
Sono passati circa 300 anni dalla creazione dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alambert, la prima raccolta universale del sapere umano, e molto è rimasto uguale. Ciò che si è compreso, però, è che l’esigenza dell’uomo di racchiudere fisicamente il proprio sapere non può essere soddisfatta se non con il contributo di tutti. Per questo nasce Wikipedia. Per cancellare ogni limitazione di spazio, lingua, cultura e tradizione: è raggiungibile in qualsiasi parte del mondo, tradotta in quasi ogni lingua, aggiornabile in tempo reale da tutti, attingendo alle proprie esperienze, tradizioni e costumi. Seppure negli anni più recenti sia stata spesso criticata come inaffidabile e poco attinente alla realtà, gli stessi fondatori ci assicurano una politica libera ma controllata. I suoi contenuti sono inseriti e modificati da più di 250 mila persone liberamente, ma vengono anche vigilate dagli stessi utenti, che ne controllano la veridicità, per arginare la diffusione di informazioni parziali o errate. Le fonti si trovano a piè di pagina, in modo che i lettori possano sempre sapere da dove provengono le informazioni contenute.

Wikipedia è la dimostrazione che il sapere è la risposta collettiva alle domande dell’uomo. Non è solo l’insieme delle conoscenze ma anche quello delle loro interpretazioni, a cui ognuno può dare un contributo che ne aumenti ancora di più la ricchezza.