La Storia, purtroppo, ha visto tantissimi disastri navali. Questi, a differenza di quasi tutti gli altri eventi storici, possono essere avvistati in prima persona anche moltissimo tempo dopo l’avvenimento, perché i relitti delle navi rimangono per millenni sul fondale del mare in cui sono affondati. Come ci si sente a tu per tu con questi immensi relitti il cui affondamento ha causato la morte di decine, se non centinaia o migliaia, di persone? Per saperlo, abbiamo intervistato Leonardo Belloni, cittadino veronese residente nel comune di Grezzana che, nell’estate del 2004, ha effettuato una spedizione subacquea nel Mar Baltico presso il relitto della nave “Wilhelm Gustloff“, il cui affondamento rappresenta la più grave tragedia navale della Storia (oltre 9100 passeggeri infatti persero la vita).
Buongiorno signor Belloni, vuole brevemente presentarsi? (00:00:42)

Sono Leonardo Belloni, un istruttore IANTD (International Association of Nitrox and Technical Divers), e ho iniziato la mia carriera subacquea a livello ricreativo. Il gruppo di cui facevo parte ad un certo punto ha manifestato il desiderio di visitare relitti. Per questo, qualcuno di noi ha imparato nuove tecniche relative a fotografie e videoriprese subacquee. La cosiddetta subacquea tecnica era agli inizi, e noi ne siamo stati quasi i precursori. Dall’incontro con Fabio Ruberti, presidente della IANTD, è nato un gruppo che ci ha permesso di visitare vari relitti, tra cui quello della Wilhelm Gustloff, il cui affondamento è stata la più grande tragedia navale della Storia: secondo alcune nostre stime, i morti sono stati almeno undicimila, duemila in più di quelli registrati.
Qual era lo scopo della vostra spedizione? (00:07:02)
Il nostro scopo era di visitare relitti di rilevanza storica, cercando però anche di capire i misteri che stavano dietro le vicende di affondamento. L’episodio della Wilhelm Gustloff è tuttora pieno di misteri.
Quando si è svolta la spedizione presso il relitto della Wilhelm Gustloff? (00:08:26)
Si è svolta nel Mar Baltico nell’estate del 2004. La preparazione era già iniziata l’anno precedente, durante il quale ci siamo documentati sulla vicenda attraverso vario materiale storico e anche parlando con alcuni superstiti. In ogni spedizione abbiamo sempre tentato di entrare all’interno dei relitti per scovarne i segreti.
Chi erano i partecipanti alla spedizione e qual era il suo ruolo in particolare? (00:10:09)
I partecipanti erano: Fabio Ruberti, capo della spedizione; Massimiliano Canossa, vice-capo spedizione e ideatore della stessa; Cesare Balzi; Andrea Bolzoni; Massimiliano Rancan, fotografo; Nicola Boninsegna, fotografo; Livio Loniti, addetto alla sicurezza dei fotografi, Diego Geraci, video operatore; il sottoscritto, video operatore. Inoltre c’erano un regista, un tecnico audio, due guide subacquee locali e, naturalmente, l’equipaggio della nave. Nonostante ognuno avesse il suo compito, tutti i ruoli erano intercambiabili. Le tecniche di allora erano molto meno sicure e adeguate di quelle attuali, e per questo la nostra spedizione è rimasta nella Storia. Con quelle tecniche affrontare un mare tosto come il Baltico non era affatto facile.

Come si è svolta questa spedizione? Ci sono state particolari difficoltà o è andato tutto liscio? (00:15:09)
La difficoltà è stata la caratteristica principale della spedizione. Innanzitutto, non è stato semplice trasferire tutte le attrezzature nel Mar Baltico. Inoltre le condizioni spesso avverse del mare, la sua temperatura molto bassa (2°C) e la sua oscurità (vedevamo solo con le torce) non facilitarono le operazioni. A causa delle temperature bassissime, io in uno dei miei gruppi erogatori avevo messo la vodka! Altra difficoltà è stata, purtroppo, l’inaccessibilità del relitto. Abbiamo infatti trovato tutte le vie d’accesso bloccate, segno che qualcuno, probabilmente i Russi, ci aveva già lavorato in precedenza. Il mistero avvolge tuttora la Gustloff, poiché nè i Russi né i Tedeschi vollero mai parlarne molto.

Per lei qual è stato il momento più emozionante dell’intera spedizione? (00:24:07)
Per me il momento più emozionante è stato quando ho visto la poppa della nave, che mi ha portato ad immaginare la disperazione delle ultime persone che sono state inghiottite dal buio completo e dal gelo del mare. Infatti la poppa è sempre l’ultima parte della nave ad affondare: chi ha visto il film “Titanic” ha ben presente la scena.
Infine, che cosa si è portato a casa da questa esperienza, che cosa le ha lasciato maggiormente questa spedizione? (00:26:35)
Certamente tutto il bagaglio tecnico, ma soprattutto una riflessione sul danno che può fare l’assurdità della guerra, dove è sempre la gente comune, che non c’entra nulla, quella che paga il prezzo più alto, e la Gustloff ne è un esempio lampante.
Si ringrazia IANTD Italia per la concessione delle immagini.