«Cambiare il governo in questo periodo di pandemia va contro gli interessi del Paese»; «È rischioso cambiare il governo in questa situazione di emergenza, può causare la destabilizzazione del Paese»; «Con questa pandemia di Covid-19, cambiare il governo è deleterio per tutti, porterà alla rovina completa del Paese in un periodo già difficile». Quante volte nell’ultimo mese abbiamo sentito queste affermazioni? E magari ci siamo anche lasciati convincere. Il 13 febbraio, infatti, il Governo Conte bis, che ha guidato l’Italia durante il periodo della pandemia, è stato sostituito dal Governo Draghi.
Quest’ultimo è appoggiato da una maggioranza differente rispetto al governo precedente. Molte sono state le voci contrarie e titubanti, che ritenevano appunto che il cambio di governo in un periodo come questo sarebbe stato rischioso. Ma, se facciamo attenzione alla nostra Storia, notiamo che nel 1940 nel Regno Unito si verificò un evento molto simile, in una situazione di estrema emergenza, ossia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1940 l’Europa stava vivendo un incubo. La Seconda Guerra Mondiale, iniziata l’anno precedente, stava prendendo decisamente una brutta piega per Francia e Regno Unito, dal momento che la Germania di Hitler aveva conquistato la Danimarca e, nel maggio di quello stesso anno, stava invadendo la Norvegia. Il Primo Ministro inglese Neville Chamberlain decise di inviare delle truppe a sostegno dello Stato scandinavo, ma i Tedeschi sbaragliarono gli anglo-norvegesi in diverse battaglie, proseguendo in modo repentino l’invasione di tutta la Norvegia.

Il 10 maggio dunque, vista l’incapacità di Chamberlain nella gestione del difficile momento, in quella delicatissima situazione di conflitto, gli Inglesi decisero di cambiare il governo nel pieno del conflitto. Venne nominato Primo Ministro Winston Churchill, membro del Partito Conservatore (così come lo stesso Chamberlain), che aveva già una valida esperienza in politica interna ed estera e, soprattutto, in guerra. Era stato infatti generale durante le Prima Guerra Mondiale e, tra le due guerre, era stato più di una volta ministro e segretario di Stato. Lo stesso 10 maggio, la Germania iniziava ad invadere la Francia. Nel giro di due mesi, il Regno Unito si trovava solo: la Germania aveva già invaso e occupato interamente Polonia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Francia. Come se non bastasse, l’Italia di Mussolini era entrata in guerra a fianco della Germania, e Hitler nel 1939 aveva stipulato un patto di non aggressione con l’Unione Sovietica di Stalin (che gli Inglesi, oltretutto, non avevano mai visto di buon occhio).
Hitler cercò dunque di piegare anche l’ultimo avversario che gli era rimasto, e pensò di farlo tramite dei bombardamenti a tappeto sulle città inglesi, con lo scopo di fiaccare il morale dei cittadini. L’abilità di Churchill iniziò a manifestarsi grazie alla sue doti di oratore, con le quali seppe far mantenere i nervi saldi alla popolazione, riempiendola di speranza e convinzione di poter vincere il conflitto: egli infatti non dubitò mai della vittoria, era consapevole sia delle forze, sia delle debolezze che caratterizzavano sia il Regno Unito che la Germania, e tramite questa consapevolezza seppe gestire al meglio la situazione, tanto che, vincendo la “Battaglia d’Inghilterra” (luglio-novembre 1940), gli Inglesi inflissero ad Hitler la prima grande sconfitta. L’isola britannica era salva e divenne chiaro che Hitler non sarebbe riuscito ad invaderla negli anni a venire.

E fu proprio così: nonostante le immense sofferenze per i militari e i civili inglesi, il Regno Unito resistette per tutta la guerra, ed ebbe un ruolo determinante per l’esito del conflitto. Importantissima si rivelò la vittoria inglese ad El Alamein contro Germania e Italia, nel 1942. Churchill diede l’incarico di guidare la battaglia al generale Montgomery, dal momento che il precedente generale Auchinleck si era rivelato decisamente non all’altezza del compito assegnatogli. Anche questa mossa si rivelò decisiva. Nel 1945 la guerra finì con la sconfitta della Germania.
Nonostante Stati Uniti e Unione Sovietica venissero considerati i due veri vincitori del conflitto, e in effetti dopo la guerra si spartirono di fatto il Mondo, il ruolo del Regno Unito fu fondamentale: se fosse stato invaso dalla Germania o se avesse perso ad El Alamein, con ogni probabilità Hitler avrebbe vinto la guerra: gli Stati Uniti non sarebbero riusciti a gestire la guerra in Europa senza il “ponte” nel continente rappresentato dall’isola britannica, e l’Unione Sovietica avrebbe faticato non poco a respingere la Germania, se questa non avesse avuto aperto anche il fronte contro gli Inglesi. E tutto questo fu in gran parte merito di Winston Churchill.
Un cambio di governo in un momento di emergenza non è dunque sempre una mossa azzardata, ma può anzi essere decisivo per la risoluzione stessa dell’emergenza.
Che possa esserlo anche per l’Italia in questo periodo?