Innalzamento delle temperature globali, inquinamento atmosferico, produzione fuori controllo di Co2 (anidride carbonica), esaurimento delle fonti petrolifere e sfruttamento, in generale, delle risorse della Terra. Sono queste alcune delle criticità che negli ultimi anni emergono prepotenti e fanno riflettere istituzioni e cittadini che sempre più spesso si rendono conto che una transizione ecologica è ormai improrogabile. Per favorirla, sicuramente una delle vie è l’utilizzo delle energie rinnovabili e sostenibili.
Cos’è l’energia sostenibile
Prima di tutto, visto l’argomento, è doveroso precisare cosa sia l’energia sostenibile. Ci si riferisce alla produzione ed uso di un tipo di energia che implica appunto uno sviluppo sostenibile (cioè uno sviluppo che ha l’obiettivo di non danneggiare l’ambiente) grazie anche a una maggiore efficienza dell’uso energetico. Utilizzare questo tipo di energia elettrica, cioè energia proveniente da fonti rinnovabili come acqua, sole, biomassa e vento, permette di ridurre la produzione di energia tramite centrali nucleari e a carbone, le quali sono fonti a breve termine (si stima che il carbone si esaurirà completamente entro il 2050) e altamente inquinanti (si pensi solamente alle scorie radioattive delle reazioni nucleari). È per questo che è necessario un cambio di rotta; quindi la conversione all’energia green è l’unica via percorribile per ottenere il soddisfacimento del bisogno energetico mondiale in un’ottica di risparmio e riduzione dell’impatto ambientale, ottenendo così un mondo più sostenibile.

La consapevolezza delle genti e dei potenti
Ormai i giovani e gli adulti di tutto il mondo hanno ricevuto e diffuso una grande sensibilizzazione sul tema dell’ambiente negli ultimi anni (dovuta anche alla giovane attivista Greta Thunberg), sensibilità che ha influenzato anche la modifica della linea politica di molti partiti e governi che oggi seguono proprio il progetto di una innovazione tecnologica a pari passo con uno sviluppo verde. Sembra quindi che i potenti della terra abbiano capito che non si può continuare a sfruttare il nostro pianeta all’infinito e si stiano preparando a una transizione verso un ambiente meno inquinato.
È l’esempio del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden il quale, sulla cresta dell’opinione pubblica, ha preparato un progetto da circa due triliardi di dollari per la transizione ecologica con l’impegno concreto di portare il paese ad emissioni zero entro il 2050, e in linea con questo progetto il Presidente ha dato il via libera alla sostituzione di tutto il pacco automobilistico federale a benzina e a gas con automobili elettriche e ha firmato il rientro degli USA negli accordi sul clima di Parigi.
Anche l’Unione Europea si è mossa su questa linea e grazie al Green Deal europeo si è trovato un accordo tra i paesi membri affinché si cerchi di raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050. Più recentemente anche Mario Draghi, nel suo discorso di fiducia, ha assicurato la centralità dell’ambiente nel suo programma di governo sostenendo che lo sviluppo sostenibile “è alla base della giustizia intergenerazionale”, tanto che ha proposto di inserirne un articolo a riguardo nella Costituzione italiana e ha proceduto a creare un ministero ad hoc.
Persino Papa Francesco, nella sua enciclica “Laudato si”, ha espresso l’urgente necessità di una transizione ecologica per garantire la sopravvivenza degli ecosistemi terrestri e acquatici e la proliferazione della stessa vita umana. E infine non può mancare l’Agenda ONU 2030, composta da una serie di articoli che si prefiggono il conseguimento di alcuni obiettivi climatici entro i prossimi nove anni.

A che punto siamo in Italia
L’Europa è guida nel mondo sul tema della transizione energetica e già da tempo aveva creato leggi a favore della conservazione dell’ambiente e della riduzione dell’inquinamento. Nella classifica dei paesi europei (stilata dal GSE sui dati del 2018) l’Italia, rispetto al resto d’Europa si è posizionata al terzo posto per il contributo delle green energy sui consumi finali lordi e seconda per produzione elettrica verde. Dati che fanno onore alla nostra nazione e alle sue eccellenze nel campo dello sviluppo energetico. Inoltre l’Italia è tra quei paesi che hanno visto negli ultimi anni una maggiore diminuzione dell’utilizzo del carbone in favore dell’energia solare ed eolica. Il nostro paese è anche l’unico tra i principali stati europei (Germania, Francia, Spagna) ad aver raggiunto l’obbiettivo della direttiva europea del 2009 che assegnava al nostro paese la necessità raggiungere entro il 2020 l’impiego di fonti energetiche rinnovabili per il 17% dell’energia nazionale, arrivando persino al 17,8%.

Prossimi obiettivi
Gli obiettivi climatici italiani entro il 2030 sono racchiusi nel Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) pubblicato dal Ministero dello sviluppo economico, piano che integra il Green Deal europeo. Il testo è flessibile, infatti gli obiettivi potranno essere rafforzati se l’Ue deciderà di richiederlo, ma rappresenta comunque la base di arrivo principale per il nostro paese. Tra gli obiettivi, rispetto al piano precedente, rimangono invariati quelli relativi alle emissioni inquinanti e all’efficienza energetica. A cambiare passo sono invece la promozione dell’utilizzo di auto e mezzi elettrici, l’aumento della costruzione di strutture da cui ricavare energie rinnovabili (le energie rinnovabili dovranno arrivare a coprire circa il 30% dell’energia totale nazionale e in questo caso l’Italia può contare anche sullo sfruttamento delle maree e delle correnti marine), la riduzione delle emissioni di gas serra del 43% rispetto a oggi e l’abbandono completo del carbone entro il 2025 (senza nessuna perdita essendo compensato proprio dalle energie rinnovabili). In questo modo, il nostro paese potrebbe diventare un faro a livello mondiale nella transizione ecologica, determinando la sua sempre maggiore indipendenza dalle fonti fossili (come carbone e petrolio) e maggiori risparmi per lo Stato.