Tutta questione di…Pudore

“Il pudore difende la libertà dei propri corpi, ne tutela l’intimità, ne preserva l’autonomia”, ne è convinto il filosofo Umberto Galimberti. Da una casta Lucia Mondella, nei Promessi Sposi, in cui non veniva permessa nemmeno una caviglia scoperta, come siamo arrivati a shorts inguinali e crop top di minime lunghezze?

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Le vesti allora dicono come l’uomo sente il suo corpo, come lo accetta e come lo rifiuta, e come se ne vergogna”. Questa citazione ci viene fornita da un articolo pubblicato nel 1997, scritto dal filosofo italiano Umberto Galimberti.

Possiamo intuire, oltre che da questa frase, anche da diversi altri riferimenti, che “l’uomo che diventa cosciente della sua destinazione superiore, della sua essenza spirituale, non può non considerare inadeguato quel che è solo animalesco, e non può non sforzarsi di nascondere quelle parti del suo corpo che servono solo a funzioni animali”, citando ad esempio Georg Wilhelm Friedrich Hegel.

Dunque, il pudore, generalmente, viene considerato come il modo con cui ci rapportiamo al mondo esterno, principalmente in base al modo di vestire o di agire. 

Nel modo in cui lo interpreta il sociologo Georg Simmel, però, esso diventa anche una sorta di rivolta del corpo per non rinunciare alla propria libertà, poiché nel momento in cui il questo viene visto nella sua nudità, perde la sua autonomia, e dunque la libertà stessa.

Lucia Mondella

Il pudore del ‘600: Lucia Mondella

La prima caratterizzazione che Manzoni ci offre del personaggio di Lucia, fa spiccare fin da subito il suo profondo senso di castità, aspetto che la contraddistingue frequentemente all’interno dell’opera manzoniana. Il senso di pudore è un tema a cui ci si riferisce ogni qual volta Lucia entri a far parte della scena. 

Alcuni esempi sono nel capitolo terzo, nel momento in cui Lucia stessa racconta le attenzioni di Don Rodrigo nei suoi confronti, e nel capitolo ottavo, quando viene trascinata nella casa del curato per celebrare le nozze in segreto.

L’epoca contemporanea: da Coco Chanel, a dei crop top cortissimi

Coco Chanel

Nel corso del ventesimo secolo, spicca tra le importanti figure femminili anche quella di Gabrielle Chanel, nota come Coco Chanel, la quale fondò la maison di moda Chanel.

Il suo successo giunge all’epoca della grande guerra, quando i suoi abiti comodi risultano d’aiuto alle infermiere incaricate di soccorrere i soldati feriti. 

La vera rivoluzione, però, arriva in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, quando, ispirandosi agli abiti delle commesse, inserisce tra le vendite degli abiti semplici e comodi, e delle borse dotate di tracolla. 

Coco Chanel getta le basi della trasformazione del genere femminile, in particolar modo per quanto riguarda l’estetica, a partire da un taglio di capelli a caschetto, fino ai pantaloni da donna.

L’interrogativo dei giorni nostri

Nonostante sia diritto di tutti scegliere il modo in cui si vuole apparire, analizzando l’approfondimento di Galimberti, qual è la scelta migliore per preservare la nostra intimità e mantenere con rigore il nostro senso del pudore?

Al giorno d’oggi la moda è radicalmente cambiata: le ragazze indossano magliette particolarmente corte e, d’estate, jeans altrettanto corti.

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Sono Angelica, ho 15 anni e vivo a Buttapietra, un piccolo paesino in provincia di Verona. Frequento il liceo classico, che ho scelto per la grande curiosità che mi attirava verso il Latino e il Greco e le altre materie classiche e umanistiche che ho amato scoprire. Nella vita spero di poter trovare un lavoro in un ambito che si possa avvicinare alla mia passione: la musica. È da quando sono piccolina, infatti, che lo studio dell’arte musicale mi appassiona: ho cominciato all’età di sei anni a suonare il corno francese, passando poi al pianoforte, e infine il clarinetto - attività che pratico tutt’ora. Per questo, terminati gli studi del liceo, avrei piacere di seguire il corso di studi offerto dalla facoltà di Musicologia.

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